Mentre la società civile e la politica affrontano il tema del matrimonio paritario, tra proposte, polemiche e bocciature, a Palermo la Chiesa Valdese taglia la testa al toro, benedicendo l’unione di una coppia gay, per la prima volta nel capoluogo siciliano e per la seconda volta in assoluto in Sicilia, dopo quella avvenuta a Trapani nel 2010, che riguardava però due donne. “Due uomini – si legge nel comunicato del lieto evento – di religione Cattolica, hanno scelto di consacrare la loro Unione d’amore in una Chiesa vera, la Chiesa Valdese di via dello Spezio, a Palermo; questa ultima è stata messa a disposizione grazie all’approvazione unanime degli appartenenti alla stessa”. A celebrare la cerimonia a favore di un impiegato e un libero professionista, il Presbitero Maria Vittoria Longhitano, della Parrocchia Gesù di Nazareth di Milano, celebre per essere la prima donna sacerdote d’Italia. La Chiesa Evangelica Valdese, che vanta un millennio di storia e secoli di attività anche in Sicilia, è famosa per le battaglie per la laicità dello stato al fianco della società civile, e per la grande apertura alle istanze portate avanti dalle associazioni omosessuali e dalle coppie di fatto. Risale a due anni fa – 27 agosto 2010 – la svolta epocale del Sinodo Valdese, che approvò la benedizione delle coppie omosessuali. Da allora i valdesi hanno intensificato le loro campagne contro l’omofobia e il supporto alle associazioni LGBT – acronimo utilizzato come termine collettivo per riferirsi a persone lesbo, gay, bisessuali e trans. Un appoggio concreto, che nella realtà messinese si traduce, non solo nella partecipazione alle iniziative del circolo Arcigay locale, ma anche nella donazione della sede. Il circolo Arcigay Makwan di Messina da qualche anno ormai, infatti, si riunisce e svolge le sue attività una volta a settimana – precisamente ogni martedì sera- nei locali della Chiesa Valdese in mattoni rossi di Via Laudamo. Fu il pastore precedente a Julia Hilleband – l’ attuale pastore – Laura Testa, a venire incontro alle esigenze del circolo Arcigay aprendo i locali valdesi alle riunioni dell’associazione. Prima ed unica realtà locale, oltre alla valdese, a sostenere l’Arcigay nella nostra città fu l’Arci Thomas Sankara. Una sinergia di vedute e di intenti, quella tra le associazioni LGBT e la comunità valdese messinese che si è concretizzata nel tempo con l’organizzazione d’importanti eventi nel panorama sociale e culturale cittadino, troppo spesso afflitto da un retorico provincialismo o da un bigottismo retrò. “Insieme con i valdesi – ricorda Rosario Duca, presidente della sezione messinese Arcigay – organizzammo il primo incontro sulle coppie di fatto a Messina dove anche la Curia inviò i suoi rappresentanti. Poi, sempre con il loro supporto, abbiamo organizzato alla Provincia un convegno su religioni e omosessualità. Per noi la comunità valdese è stato un valido aiuto e lo continua ad essere”. A livello locale, l’ultimo capitolo della saga del dibattito sul matrimonio gay , che rispecchia quello nazionale, aveva visto il segretario della sezione messinese del Partito Democratico, Giuseppe Grioli, ribadire l’appoggio della linea scelta dall’assemblea romana del partito, su istigazione di Rosario Duca, presidente Arcigay Makwan, che aveva chiesto una presa di posizione forte e ufficiale anche a livello locale. Le speranze del presidente Arcigay – ovvero che la sezione messinese del PD si distaccasse dal documento firmato a Roma e patrocinato da Rosi Bindi, che punta più al riconoscimento delle coppie di fatto, tirando il freno sul tema delicatissimo del matrimonio paritario – sono state disattese, ma non la richiesta di indire un’assemblea pubblica sui diritti delle coppie omosessuali alla quale Grioli, fermo sostenitore del dialogo, si è detto ampiamente disponibile. In questo contesto la benedizione di una coppia gay in una chiesa ad opera dei valdesi assume i connotati di un gesto forte. Se consideriamo le polemiche, anche feroci, che in questo momento imperversano sul tema del matrimonio gay stupisce a riguardo la semplicità del comunicato che annuncia l’evento di Palermo: “due giovani che si amano hanno chiesto di consacrare la loro unione”. Niente di più, ma neanche di meno. Viene da pensare che forse, al di là di tutto, la questione sia davvero così semplice …