“Ancora una volta, la speranza dell’istituzione del Registro delle Unioni Civili a Messina resta disattesa. Noi non riteniamo di dovere e volere entrare nel merito delle responsabilità dell’ulteriore mancata approvazione, ma ci appelliamo, come Sel Messina, alla sensibilità della Commissione e di tutta l’amministrazione comunale affinché diventi realtà uno dei diritti che spettano in particolare alle persone con un orientamento omosessuale, troppo spesso bersaglio di diritti negati. Come è stato affermato nel Roma Pride a Roma, non importa che uno sia eterosessuale, omosessuale o transessuale, l’importante è che i diritti siano uguali per tutti”.
Di strumentalizzazione dell’assenza del Sindaco – impegnato contemporaneamente nell’incontro con i colleghi per l’area metropolitana – parlano via social network i membri di Cambiamo Messina dal Basso, molti dei quali si rivolgono ai consiglieri comunali: “non si gioca sui diritti”, anche se c’è chi fa notare che sarebbe bastato delegare un assessore o un esperto esterno per evitare di scatenare tutto il vespaio che ne è venuto fuori.
Il registro delle Unioni Civili, voluto fortemente dai membri della comunità LGBT – acronimo di Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender – riguarda – come lo stesso Rosario Duca non si stanca mai di ripetere – tutti i cittadini, siano essi omosessuali o etero. L’istituzione del registro delle Unioni Civili rappresenta uno strumento, infatti, per realizzare una vera democrazia paritaria, rendendo effettivo quell’articolo 3 della Costituzione che parla di uguaglianza di tutti i cittadini, indipendentemente dal sesso, posizione sociale, credo religioso e – aggiungono gli attivisti – orientamento sessuale.
A livello Nazionale, da tempo la società civile esprime l’esigenza un simile riconoscimento delle cosiddette “coppie di fatto”, attualmente fortemente discriminate nei diritti rispetto a chi accede al’istituzione del matrimonio. In Europa, il quadro relativo alla legislazione sulle Unioni Civili è molto variegato: alcuni Paesi hanno adottato l'unione registrata, chiamata anche partnership o coabitazione registrata, che garantisce specifici diritti e doveri anche alle coppie dello stesso sesso oltre che alle convivenze formate da uomo e donna. Altri Paesi hanno scelto di regolarizzare le unioni civili con la coabitazione non registrata, con la quale alcuni diritti e doveri sono automaticamente acquisiti dopo uno specifico periodo di coabitazione. Spesso, però, questa forma di riconoscimento è valido solo per le coppie etero. La Spagna, i Paesi Bassi e il Belgio, invece, hanno aperto il matrimonio alle coppie dello stesso sesso per realizzare una perfetta parità tra cittadini etero e omosessuali. Di fronte a questo scenario, nel complesso, l’Italia continua a rimanere indietro.
Eleonora Corace