“Messi in Croce”. Protestano i lavoratori licenziati dalla Casa di Cura Cristo Re

Gli striscioni recitano, letteralmente: “Messi in Croce”. Così Salvatore Venuti e Maurizio Silvestro, dipendenti della Casa di Cura Cristo Re, licenziati rispettivamente nel 2013 e nel 2011, hanno simbolicamente rappresentato la loro situazione. Licenziati perché presi di mira dall’azienda, questa è la loro versione, sostenuta dal sindacato Orsa, di cui fanno parte.

Capri espiatori che pagano le continue denunce da parte del sindacato di una gestione fallimentare della Casa di Cura Cristo Re, di cui al giorno d’oggi, spiegano i sindacalisti, i lavoratori si preparano a pagarne il prezzo. Si teme, infatti, il ricorso alla cassa integrazione per ben ottanta lavoratori a tempo indeterminato, oltre all’ulteriore riduzione dei posti letto. Manovre che vengono attuate al di fuori della logica del confronto tra le diverse parti sociali, escludendo, quindi il confronto sindacale. Questo è quanto lamentano i membri dell’Orsa.

Salvatore Venuti e Maurizio Silvestro erano entrambi rappresentanti aziendali. Due casi che, secondo il sindacato, non possono essere considerati una coincidenza, al di là delle motivazioni disciplinari presentate dall’azienda. Per questo, oggi, si è svolta la dura protesta simbolica. “Riconosco che le forme di questa protesta possono ferire la sensibilità religiosa di qualche credente”- spiega Salvatore Venuti, “crocifisso” di fronte ai cancelli della clinica Cristo Re – “chiedo scusa, ma noi ci sentiamo esattamente così: messi in croce. Sono stato licenziato il 2 aprile, ma non posso nemmeno chiedere la disoccupazione, perché ancora non risulta nemmeno il mio licenziamento. Vivo grazie al lavoro di mia moglie e all’aiuto di mia madre. Io personalmente chiedo più trasparenza in questo tipo di strutture. Queste aziende percepiscono soldi dalla Regione appositamente per garantire assistenza, non possono tagliare gli assistenti. Sarebbe una contraddizione”.

L’Orsa annuncia battaglia fino a quando i diritti dei lavoratori e dell’utenza non saranno garantiti. I toni del comunicato firmato Orsa circa la vertenza della Casa di Cura Cristo Re sono molto duri: “i tagli al budget inflitti dalla Regione e la retrocessione qualitativa in terza fascia sono il risultato di una gestione impropria della struttura sanitaria, eccessivamente concentrata sul profitto privato”. Il sindacato contesta,inoltre, “un eccessivo utilizzo di infermieri occasionali, improprio impiego delle ditte incaricate alle pulizie, turni di lavoro contestati dai dipendenti, dichiarazioni contraddittorie riguardo i posti letto disponibili”. Per non parlare, poi, del preoccupante “spettro” della cassa integrazione. “Liberi da scheletri nell’armadio rivendichiamo il diritto di denunciare gli illeciti fino a quando giustizia sarà fatta per Salvatore e Maurizio, una struttura sanitaria privata prima di essere fonte di profitto da parte dei gestori è una risorsa essenziale per il diritto alla salute dei cittadini e per la garanzia dei livelli occupazionali”.