Una luce in fondo al tunnel. Almeno per una delle famiglie sgomberate dalle Case Zancle il 18 aprile, che da più di una settimana dormono a Palazzo Zanca, si profila una soluzione. Per il principio che là dove fallisce il pubblico arriva il volontariato, la Caritas si è attivata per trovare una sistemazione ad almeno uno dei due nuclei famigliari che vivono in condizioni di estremo disagio. Se tutto va bene, potrebbe essere preso un alloggio per circa sei mesi, pagato con i contributi dell’associazione di volontariato. Una soluzione tampone, ma sempre meglio di niente.
La storia delle famiglie delle Case Zancle sta scuotendo la coscienza cittadina, non solo per la forma di protesta attuata che ha visto le famiglie accamparsi nelle sale del Comune, ma soprattutto perché ha messo in luce l’insufficienza di un sistema assistenziale che fatica a tenere testa alle necessità e richieste di chi ne ha bisogno. L’istituto degli alloggi popolari rallentato da mille negligenze – come ha più volte denunciato il presidente del consiglio comunale Giuseppe Previti – e un Comune sull’orlo del dissesto che non può corrispondere ai doveri che gli spettano per legge – come ha fatto notare il comitato Cittadinanza attiva riferendosi all’obbligo inscritto nella legge 328 di provvedere provvisoriamente ad una sistemazione in affitto o albergo a spese del Comune in casi di estrema necessità – portano alla situazione che è sotto gli occhi di tutti, con bambini sradicati dalle mura domestiche e intere famiglie costrette a vivere in condizioni di estremo disagio. Intanto, oggi pomeriggio stesso una delle famiglie vedrà l’alloggio messo a disposizione dalla Caritas, se andrà bene, una famiglia avrà una casa, almeno per sei mesi…