Le porte dell’Università si aprono per mille ricorrenti. Il T.A.R. Lazio ha accolto i ricorsi degli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti relativi alla chiusura anticipata delle graduatorie 2015.
I due legali spiegano di aver inoltrato due ricorsi prototipi che hanno stabilito che i posti andranno attribuiti ai ricorrenti secondo l’ordine della graduatoria ed altri articolati criteri. “Il Ministero– continuano in una nota – è stato anche condannato alle spese per migliaia di euro e si profilano responsabilità erariali per cui abbiamo già dato mandato di inoltrare un esposto alla Corte dei Conti ed alla Procura di Roma al fine di vagliare eventuali ipotesi di reato”.
La questione riguarda circa 1000 posti liberi a Medicina ed Odontoiatria. Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari, dichiara: “Il Ministero è stato condannato da mesi dal Tar a far scorrere le graduatorie. Dopo queste sentenze, centinaia di studenti sono in attesa di vedere riconosciuto anche dal MIUR il loro diritto a studiare per la facoltà che loro avevano scelto, risultando idonei nella graduatoria chiusa in maniera illegittima da parte del Ministero stesso nel febbraio 2016. Nonostante le rassicurazioni che ci sono state date a più riprese dai vari uffici competenti, il MIUR ha deciso di non dare piena attuazione a quanto disposto nelle sentenze, differenziando tra studenti in possesso di provvedimento monocratico e quelli in possesso di provvedimento collegiale. Ora non ci sono più scuse: il Ministero riconosca subito il diritto di questi studenti di studiare ciò che avevano scelto per il proprio futuro”.
La coordinatrice Udu esprime infine soddisfazione ma allo stesso tempo annuncia un nuovo ricorso per risarcimento danni: “Grazie alle nostre vittorie saranno riassegnati ai molti studenti comunitari tutti i posti rimasti vacanti degli extracomunitari a seguito della chiusura anticipata della graduatoria. Ora ci chiediamo chi ripagherà gli studenti di mesi e mesi di vita persi quando una sentenza dei Giudici dava loro diritto a studiare? Sul punto stiamo valutando una richiesta di risarcimento danni. Siamo stufi di tutto questo, il Ministero deve prendere atto del fallimento del numero chiuso e non nascondersi più dietro un dito, facendo perdere ulteriormente tempo agli studenti: vogliamo il libero accesso.”