Al Liceo Bisazza i ragazzi devono fare lezione nelle aule fredde. I riscaldamenti sono spenti, non ci sono soldi. Riceviamo e pubblichiamo la lettera inoltrata da due ragazzi dell’istituto.
Il Liceo Bisazza è uno dei più panoramici della città: grandi vetrate da cui si può contemplare il panorama dello Stretto, dalle quali entra luce a profusione e ….. freddo polare. Oggi, 20 dicembre, si registrano all’esterno dodici gradi; all’interno, senza il calore del sole, anche di meno. La scuola, disposta su tre piani, appare immensa e ghiacciata: I termosifoni sono
rigorosamente spenti, e nelle aule dotate di split si cerca disperatamente di reperire un telecomando per accendere la pompa di calore, ma non viene concesso. Mancano i soldi …
Gruppi sparuti di alunni si aggirano per il vasto edificio avvolti in coperte, sciarpe, cappucci; nelle aule i ragazzi, costretti all’immobilità, scrivono faticosamente, stanchi ed intirizziti. Mette comunque allegria vedere tanti plaid multicolori, con fantasie disney o monocromatici; le ragazze, avviluppate fino ai piedi in calde e confortanti coperte di lana di un bel
rosso fuoco, assumono uno strano aspetto orientale. Ma è un’allegria amara: nel terzo millennio ancora combattiamo contro il freddo, ancora siamo costretti a vivere, come nell’Ottocento, in ambienti privi di ogni comfort, dai quali si desidera solo scappare. E’ questa la scuola italiana?”.