Colpo di scena stamane in Corte d'Assise dove si svolgeva il processo d'appello sull'alluvione del 2009 che costò la vita a 37 persone tra Giampilieri e Scaletta Zanclea.
Il Procuratore Generale stamane ha chiesto la conferma delle due sole condanne stabilite in primo grado per i sindaci di Messina e Scaletta, rispettivamente Giuseppe Buzzanca e Mario Briguglio. Il verdetto per i due primi cittadini era stato di 6 anni di reclusione per omicidio colposo, mentre era caduta l'accusa di disastro ambientale.
Il rappresentante dell'Accusa ha poi chiesto l'assoluzione per Salvatore Cocina, all'eoca dei fatti a capo del Dipartimento Protezione Civile della Regione. La richiesta del PG ha spiazzato l'aula ì, soprattutto le parti civili, visto che la procura Generale, dopo il verdetto di primo grado, aveva invece proposto appello contro quella assoluzione.
Il PG ieri ha rassegnato le proprie conclusioni scritte, alla fine del suo intervento “volutamente breve– ha detto il rappresentate dell’Accusa – per rispetto alla memoria delle vittime e delle due comunità, cancellate da quell’evento terribile”. La parola è poi passata alle parti civili, poi l'udienza è stata aggiornata al 19 giugno per dare la parola ai difensori.
La Corte è chiamata a riesaminare il verdetto di primo grado emesso anche per gli altri funzionari locali e regionali inizialmente finiti sul banco degli imputati e assolti dal giudice monocratico Massimiliano Micali ad aprile dello scorso anno.
Per l’assoluzione di Alberto Pistorio, Giuseppe Rago, Francesco Grasso, redattori del piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico relativo all’area territoriale tra il bacino del torrente Fiumedinisi e Capo Peloro, Giovanni Arnone e Tiziana Flora Lucchesi, dirigenti della Regione, infine per Gaspare Sinatra, ex commissario straordinario del comune di Messina, si erano appellate le parti civili.
Per i familiari delle vittime il giudice di primo grado aveva fatto salvi i risarcimenti, da stabilire in sede civile, malgrado le molte assoluzioni. Erano state escluse però le assoluzioni ambientaliste, come il WWF e la Legambiente.
I due sindaci sono stati condannati al risarcimento in solido con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Dipartimento regionale della Protezione civile. Il giudice di primo grado aveva anche stabilito una provvisionale tra i 100 e i 450 mila euro per ogni vittima.
In appello alla scorsa udienza la Corte ha rigettato la richiesta di riapire il dibattimento.
Alessandra Serio
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