96.462.611,08 euro: a tanto ammonta il disavanzo complessivo del Comune di Messina emerso dal riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi. Operazione prevista dal D.L.118/2011 che, come noto, in quel di Palazzo Zanca si è rivelata quasi un’impresa titanica, sia perché è iniziata tardivamente sia perché ha avuto un percorso travagliato, conclusosi soltanto il 31 marzo, quando cioè la giunta Accorinti ha esitato l’apposita delibera.
Adesso, in conseguenza di quell’atto, l’esecutivo guidato dal sindaco Renato Accorinti presenta un’altra proposta di delibera, la cui finalità precipua è quella di «stabilire il recupero del maggiore disavanzo determinato» attraverso 30 quote costanti annuali a partire dall'esercizio 2015, per un importo di ciascuna rata pari 3.215.420,37 euro.
In altre parole, l’ente deve coprire le passività e in virtù della normativa vigente avrà la possibilità di risanare il disavanzo da quasi 100 milioni di euro in trent’anni.
Nell’atto proposto dall’assessore Luca Eller Vainicher vengono puntualizzati due aspetti importanti: il primo è che viene «fatta salva la possibilità di modificare la modalità di ripiano in un numero di annualità inferiori qualora si verifichino condizioni finanziarie di bilancio favorevoli per l'ente»; il secondo aspetto evidenziato è che per il finanziamento delle quote costanti verrà utilizzata in via prioritaria la parte corrente del bilancio, «fatta salva la possibilità di modificare tale finanziamento con successivo atto consiliare secondo le modalità consentite dalla normativa vigente».
Dal 4 maggio, la delibera n. 315 è sulla scrivania del Collegio dei revisori dei conti, chiamati ad emettere parere al fine di consentire che il provvedimento arrivi in Consiglio comunale per il voto definitivo dell’Aula . Come ormai prassi al Comune di Messina, i tempi sono strettissimi perché i 45 giorni concessi dalla legge dal momento dell’approvazione in giunta del riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi scadranno il prossimo 15 maggio.
Il ragioniere generale di Palazzo Zanca, Antonino Cama, ha scritto una nota per ricordare ai revisori Zaccone, Basile e Zingales l’imminente scadenza e nel contempo sollecitare la presidenza del Consiglio a programmare i lavori consiliari.
Considerato che oggi è già 7 maggio, è evidente che, ancora un volta, i consiglieri comunali si ritroveranno a votare un atto di natura finanziaria avendo a disposizione pochissimo tempo per analizzarne i contenuti.
Danila La Torre