Seconda vittoria per i lavoratori ingiustamente licenziati da TirrenoAmbiente. Sono quattro i lavoratori della società che gestiva la discarica di Mazzarrà S. Andrea che dovranno essere reintegrati sul loro posto di lavoro, su decisione del Giudice del Lavoro Valeria Todaro del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto.
Dopo il sequestro della discarica disposto dal Gip della Procura del Tribunale di Barcellona e della conseguente cessazione dell’attività di conferimento dei rifiuti, TirrenoAmbiente aveva dichiarato la procedura di mobilità prevista dalla legge n. 223/1991 e l’esubero di 17 unità di personale e subito dopo aveva provveduto al successivo licenziamento di sedici dipendenti a far data dal 22 gennaio 2016. Il Giudice del Lavoro però aveva disposto il reintegro dei dipendenti, ma la società prima ha collocato quattro di loro in ferie e poi li ha licenziati per la seconda volta adducendo un “giustificato motivo oggettivo”.
A seguirli però c’erano la Cgil e la Fp Cgil che non si sono arresi. E così i lavoratori, tramite il legale della Cgil Giacomo Calderonio, hanno impugnato il secondo licenziamento e hanno chiesto ai Giudici l’accertamento della illegittimità del nuovo provvedimento e della procedura adottata, dell’inesistenza del giustificato motivo oggettivo e infine l’accertamento della discriminatorietà, spiegano Clara Crocè, Segretaria Confederale, Francesco Fucile, Segretario Generale della Fp Cgil, e Carmelo Pino, responsabile del settore.
Il Giudice del Lavoro ha accertato che dopo il sequestro della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea l’attività della società non è affatto cessata, ma è proseguita con i 14 lavoratori sia per la gestione post mortem del sito di Mazzarrà (la cui durata è prevista in trent’anni) sia per quella di Tripi, che per la gestione di un impianto fotovoltaico. Il secondo licenziamento quindi, avviato per ragioni sostanzialmente identiche a quelle del primo, si sostanzia in un subdolo tentativo di aggirare l’efficacia esecutiva del provvedimento giudiziale già emesso e ancora sub iudice a seguito di opposizione dell’azienda. Considerato soprattutto il fatto che a distanza di appena cinque giorni dalla comunicazione di riammissione in servizio dei ricorrenti, TirrenoAmbiente li aveva immediatamente collocati in ferie per poi procedere al licenziamento.
Il Giudice del Lavoro ha dichiarato nulli i licenziamenti, ai sensi dell’art. 18, commi 1 e 2, della legge n. 300/1970, ha condannato la TirrenoAmbiente all’immediato reintegro dei lavoratori el posto precedentemente occupato, a prescindere dal requisito dimensionale dell’azienda, al pagamento di una indennità risarcitoria ragguagliata all’ultima retribuzione globale di fatto maturata dal licenziamento all’effettiva riammissione in servizio e al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, con gli interessi legali e la rivalutazione monetaria e al l pagamento delle spese processuali .
“Non possiamo fare a meno di esprimere la nostra soddisfazione – concludono Clara Crocè Francesco Fucile e Carmelo Pino – per i provvedimenti del Tribunale di Barcellona. Prosegue l’azione della Cgil a tutela dei lavoratori”.