Il no all’impianto di biostabilizzazione a Pace arrivato direttamente dal Ministero all’Ambiente sta infuocando le polemiche sulla decisione dell’amministrazione Accorinti di dire sì e di supportare un progetto vecchio, che è sempre apparso in contrasto con l’animo ambientalista di questa giunta, un progetto contro cui lo stesso Daniele Ialacqua si era schierato a muso duro, costringendo l’allora sindaco Buzzanca a rinunciare a quell’impianto. Un impianto che in ogni documento, anche negli atti recentemente prodotti a Palazzo Zanca, viene chiamato “discarica”. La partita si gioca sui tavoli della Regione perché rientra tutto nel Piano regionale rifiuti, in città però non si placa il dibattito su quella che, a prescindere da come si evolverà la situazione, è stata una vera mazzata per l’assessore ambientalista che prima lottava e poi ha avallato il progetto, sostenendo che a Pace non sarebbe sorta una discarica vecchia maniera, ma un impianto di importanza vitale per la città, andando contro le voci di associazioni ambientaliste e movimenti politici che invece in questi mesi hanno cercato di spiegare che quello riproposto oggi non è altro che una rispolverata del progetto iniziale che prevedeva impianto di biostabilizzazione e relativa area da adibire a discarica (VEDI QUI).
Le soluzioni però adesso devono arrivare da Palermo. E la patata bollente è nelle mani dell’assessore all’Energia Vania Contrafatto che ci ha spiegato quali mosse sta mettendo in campo l’assessorato che si occupa dei rifiuti siciliani che ha dovuto incassare il parere condizionato dei Ministeri all’Ambiente e ai Beni Culturali sul Piano rifiuti. Sedici pagine di prescrizioni e osservazioni che bacchettano pesantemente la Sicilia su più fronti e che, nel caso messinese, dicono chiaramente che a Pace non può sorgere alcun impianto.
«Il Dipartimento Rifiuti ha già convocato per i prossimi giorni una conferenza di servizi che consentirà di fare il punto anche sull'impianto di Pace, così da fugare ogni dubbio» spiega l’assessore Contrafatto, certa di poter ancora trovare una soluzione. Per l’esponente della giunta Crocetta non ci sono dubbi: «L'iter seguito è sempre stato corretto e rispettoso di tutte le normative». Non la pensa così il Ministero ai Beni culturali che invece al punto 3 delle osservazioni prodotte scrive che il sito di contrada Pace rientra nel Paesaggio Locale 1- Stretto di Messina, dunque soggetto a specifiche norme che prevedono il recupero ambientale delle discariche e che soprattutto stabiliscono che in quell’area «non è consentito realizzare discariche o qualsiasi altro impianto di smaltimento rifiuti» (VEDI QUI).
L’assessore Contrafatto però ribatte: «Si tratta del potenziamento di un impianto esistente e che quindi, secondo l'interpretazione dell'Assessorato, non rientra fra quelli vietati dalle osservazioni del Ministero dei Beni culturali sul Piano regionale dei rifiuti. La conferenza di servizi ci permetterà di analizzare la situazione con tutti i soggetti coinvolti, così da arrivare in tempi celeri a un chiarimento nell'interesse primario dei cittadini». Dunque sarà la conferenza dei servizi a riunire tutti gli enti attorno al tavolo per sciogliere il nodo dell’impianto/discarica di Pace. Un nodo fondamentale alla luce del fatto che la Regione ha già affidato in via definitiva i lavori di realizzazione dell’impianto e dunque potrebbe anche avere non pochi guai con l’impresa che ha vinto la gara d’appalto da 12,7 milioni e che potrebbe immediatamente chiedere un risarcimento danni che potrebbe ammontare a oltre 1 milione di euro.
Intanto proprio nelle prossime settimane la revisione del Piano regionale rifiuti sarà affidata ad un esperto che in questo momento la Regione sta cercando di individuare attraverso un bando che si è chiuso cinque giorni fa. Una consulenza da 39.500 euro che servirà ad aggiornare il piano, che risale al 2012, e che dovrà necessariamente tenere conto anche delle prescrizioni e delle osservazioni giunte da Roma. Vedremo quale sarà il responso su Messina. Intanto in città la pioggia di polemiche continua ad investire l’assessore Ialacqua che, nel frattempo, dovrà anche iniziare a pensare all’eventualità che l’impianto a Pace non sorgerà. “Siamo pronti a rivedere i nostri progetti” ha dichiarato l’assessore accorintiano, progetti che però si basavano anche e soprattutto su questa nuova struttura che avrebbe aiutato la città nella gestione dei rifiuti. Non resta che volgere lo sguardo verso ciò che accadrà a Palermo. Intanto però lunedì mattina i Verdi e Italia dei Valori, fin dall’inizio in prima linea nel fronte del no, hanno indetto una conferenza stampa a Palazzo Zanca proprio sulla discarica di Pace.
Francesca Stornante