Marabello: “Patrimonio gestito senza trasparenza. Serve una Banca Etica dello Spazio”

Per 15 mesi è stata nelle mani del vicesindaco Guido Signorino, per soli tre mesi in quelle dell’ex assessore Filippo Cucinotta e adesso sarà affidata al terzo assessore nell’arco di un anno e mezzo. La delega al Patrimonio comunale è una delle più importanti ma non sarebbe stata gestita finora nel migliore dei modi. E’ l’opinione di Luciano Marabello, esperto comunale a titolo gratuito per le politiche di razionalizzazione degli spazi urbani, del patrimonio costruito e dei beni comuni per la qualità e l’innovazione della città, che interviene nel dibattito tramite una nota su Facebook.

“Una parte del patrimonio – scrive – deperisce nel suo stato di fatto o si sposta tra una spinta e l’altra in un ipotetico tabellone delle assegnazioni ai singoli dipartimenti comunali. La parte evidente è quella di un patrimonio usato più per i suoi fini contabili che per gli usi umani, che resta spesso paralizzato nelle attese di progetti a venire, delle cautele amministrative o in quel limbo paralizzante dell’indecisione o del veto dirigenziale”.

E via con le critiche alla gestione recente, tanto che Marabello parla di “livelli semi indecenti di trasparenza, senza lo sguardo di un disegno d’insieme. Si deliberano spesso atti dovuti che seguono le norme ma che formano un quadro di dati utile alla forma ma meno alla sostanza dinamica e concreta della città”.

Alle ipotesi di taglio di fitti passivi per un importo di 500mila euro l’anno entro il 2016 e di riuso del patrimonio per il funzionamento della macchina pubblica, fa da contraltare “una paralisi di uso dei luoghi, spazi e suoli anche dimenticati – prosegue Marabello – ma compressi nel solo perimetro declamatorio di valore, reddito e ricavo. In tempo di crisi, invece, la logica patrimoniale è una delle risorse disponibili da immettere come filone di credito pubblico alla cittadinanza. Esiste una domanda di base che ha bisogno di spazi per attivare forme di aggregazione e socialità e anche nuove forme di economia. Oggi i Comuni devono usare il loro capitale immobiliare anche parzialmente e senza clamorosi investimenti creando una Banca Etica dello Spazio, dove lo spazio costituisce le linee di credito generazionali o per aree sociali e in cui forme individuali, aggregate o associate possono accedere al prestito dello spazio portando a garanzia il progetto e le finalità sociali e le forme regolamentate di uso accesso e cura. Linee di credito per Spazi sperimentali o temporanei come strumenti della Banca Etica dello Spazio e che fonda il credito su patti condivisi tra cittadini e istituzioni, erogando spazio e immettendo criteri di valutazione dei risultati attesi, programmando progetti temporanei e usando l’attesa tra il presente e il futuro delle trasformazioni delle città. E' una banca che eroga spazio e il debito che si crea è quello della cura e della produzione di socialità, il debito dell'uso è sostituito dalla rilevanza, il capitale circola e non si accumula se non nelle forme agili della sostenibilità credibile dello sforzo”.

La conclusione di Marabello è affidato a cinque esempi di proprietà comunali abbandonate che potrebbero essere inserite in un progetto di Banca Etica dello Spazio:

GLI EX MAGAZZINI GENERALI

– Linea prioritaria di credito per gli spazi Giovanili e per l’espressione della creatività: per arti, grafica, manualità e fablab.

L’EX MACELLO

– Linea di credito Giovanile e Intermedie per spazi della creatività teatrale, visuale e cinematografica e produzione musicale

SCUOLE DISMESSE

– Linea di credito per spazi condivisi di prossimità e di scambio delle competenze e delle azioni pratiche.

AREE AGRICOLE

– Linea di credito per spazi aperti e coltivabili e autosostenibili, aree periurbane del Comune e frammenti agricoli urbani per didattica dell’agricoltura.

SPAZI DI LIBERA VENDITA

– Linea di credito per autoproduttori abitanti temporanei e migranti, spazi franchi connessi alle aree di connessione e trasporto.