Alla fine, dopo una lunga seduta, convocata urgentemente dal presidente Antonio D’Aveni, il Consiglio comunale ha approvato “in extremis” il cosiddetto “salva Taormina”. Nel corso della riunione consiliare di mercoledì scorso dall’aula di Palazzo dei Giurati è, infatti, arrivata una notizia più che positiva che mette finalmente di buon umore il sindaco Eligio Giardina e tutta la sua Giunta, che adesso provvederanno ad inviare al Ministero dell’Interno di Roma e alla Corte dei Conti di Palermo il Piano di riequilibrio finanziario ventennale per salvare dal dissesto un Comune in grave sofferenza. Un centro, quello taorminese, che potrebbe adesso scongiurare il default grazie ad 11 voti favorevoli, 5 contrari e 2 astenuti, palesatisi durante il rendez-vous istituzionale del 1° giugno, ultimo giorno utile per approvare il documento economico e mandare definitivamente in soffitta un periodo trascorso tra le scartoffie degli uffici comunali competenti. Una fase che si è finalmente chiusa e alla quale ne seguirà adesso una altrettanto delicata. Dopo l’invio del faldone a Palermo, la Corte dei Conti avvierà, infatti, un’istruttoria, subito dopo la quale si passerà al vaglio degli incartamenti da parte degli uffici del capoluogo. Proprio dalla decisione di questi organi dipenderà il futuro della Perla dello Jonio, che – stando a quanto detto dall’assessore al Bilancio, Salvo Cilona, e dai suoi collaboratori – dovrà chiedere un mutuo di 14 milioni di euro alla Cassa depositi e prestiti. Gli altri 4 milioni verranno stanziati dal Bilancio comunale per un totale di 18 milioni di euro da ripianare appunto nell’arco dei prossimi 20 anni.
Enrico Scandurra