SCALETTA. Sono trascorsi quasi 2 anni dall’allarme lanciato dai Comitati cittadini di Scaletta Zanclea, in merito allo stato di abbandono dei torrenti Divieto e Racinazzi, luoghi già distrutti dall’alluvione del primo ottobre 2009, che causò 37 vittime tra Scaletta e Giampilieri. L’attivista del Movimento 5 Stelle Francesco Aloisi, nonché organizer del meetup Grilli jonici messinesi, lancia un nuovo allarme evidenziando “imminenti pericoli. Nel 2016 – spiega – avevamo presentato una petizione popolare per denunciare questa vicenda che ha dell’assurdo: al “Divieto” il sottopasso nella parte finale del torrente era ed è invaso da oltre un metro di sabbia di mare e sterpaglie che hanno pericolosamente innalzato l’alveo, limitando così il normale deflusso delle acque. Attualmente – prosegue Aloisi – riscontriamo anche la presenza di liquami che a tratti vengono sversati nel torrente, a causa del malfunzionamento dell’impianto fognario. Questo stato di abbandono perdura dal 2016 nonostante i solleciti e i sopralluoghi dello scorso ottobre, effettuati anche dalla deputata regionale del M5S Valentina Zafarana, oltre che dal Comitato Divieto. Come è noto, l’Amministrazione Comunale di Scaletta Zanclea – chiosa l’attivista del M5S – è in dissesto finanziario e quindi non dispone di liquidità per affrontare tale spesa (circa 20mila euro), tuttavia il sindaco di Gianfranco Moschella aveva manifestato la volontà di stornare tali fondi (che tra l’altro risultano essere esigui) dal finanziamento di un milione di euro erogato nelle casse del Comune per la mitigazione del dissesto idrogeologico. L’unico ostacolo che di fatto impediva l’esecuzione dell’opera era rappresentato dall’aspetto burocratico, visto che su quest’area c’è la competenza di Protezione civile e Genio civile per quanto riguarda la manutenzione mentre le Ferrovie devono concedere il permesso per l’esecuzione dei lavori nel sottopasso e il Demanio marittimo deve autorizzare il passaggio dei mezzi pesanti e valutare anche la componente da ricollocare sulla spiaggia o in discarica. Tutto ciò non può e non deve giustificare lo stato di abbandono in cui giacciono questi torrenti. Nelle ultime settimane di campagna elettorale abbiamo persino ricevuto la visita del presidente della Regione Nello Musumeci, ormai al governo da 7 mesi – rimarca Aloisi – al quale avevamo chiesto l’ordinaria manutenzione ma evidentemente non è cambiato nulla. Ogni anno nel periodo autunnale (e come notiamo in questi giorni anche in altri periodi dell’anno) si ripropone il medesimo problema, capire che l’incombere di questi eventi sia ormai inevitabile, è anche una questione culturale, non possiamo ignorare il comportamento metereologico, così come non possiamo pretendere che un fiume possa defluire con l'alvo colmo di detriti e la foce ostruita. Persino la situazione del Torrente Racinazzi risulta in stasi, infatti a nostro avviso anche questo torrente non è per niente sicuro. I lavori eseguiti dal Genio civile, che avrebbero dovuto completare l’ampliamento dell’alveo, sono stati interrotti per mancanza di fondi (3 milioni di euro mancanti per completate l’opera progettata dalle ferrovie dello Stato) lasciando il cantiere aperto e l’alveo incompleto (area di cantiere espropriata di competenza della Protezione Civile). Poche settimane fa, in occasione della presentazione del progetto della strada del cimitero – ricorsa Aloisi – l’ingenere capo della Protezione civile Calogero Foti, incalzato dal pubblico affermava che ‘i calcoli idraulici dell’intervento eseguito dal Genio civile di Messina rassicurano un elevato grado di sicurezza’. Queste affermazioni ci lasciano perplessi. Tra l’altro, anche per il torrente Racinazzi – conclude Aloisi – dobbiamo evidenziare una totale incuria, infatti le sterpaglie stanno invadendo l’intero letto del fiume, inoltre è palese l’inadeguato intervento strutturale che ad ogni pioggia causa allagamenti alle abitazioni limitrofe, con tanto di “detriti” che si riversano sulla SS 114. Non garantire l’ordinaria manutenzione di tali torrenti significa mettere a rischio l’incolumità dell’intera Cittadinanza, già provata dagli eventi alluvionali del 2007 e del 2009. Esortiamo quindi la neo Amministrazione comunale di Scaletta Zanclea ad un imminente intervento risolutivo”.