Di parole, sulla Zona Falcata, se ne sono sprecate tante. Gli ultimi tre presidenti della Regione (Cuffaro, Lombardo e l’attuale Crocetta) sono venuti in sopralluogo, promettendo interventi di riqualificazione che non sono mai arrivati. Sono trascorsi già da tre anni dalla visita di Crocetta, che era stato eletto da un paio di mesi. Altri tre anni trascorsi a vuoto se non per un utile provvedimento, almeno quello, che si è concretizzato il 23 aprile 2014, con la firma sull’accordo per la rinuncia alla titolarità delle aree da parte della Regione e del suo braccio Ente Porto, posto in liquidazione un anno dopo. Ma anche quell’accordo non ha avuto effetti perché, incredibilmente, finita la contesa ventennale con l’Ente Porto, è iniziata quella con il Comune, che prima ha avallato quell’intesa e poi si è costituito in giudizio contro, in fase di appello.
La prossima udienza è prevista il 25 febbraio ma non è detto sia quella definitiva perché i rinvii sono ormai consuetudine.
La speranza è che in quella data sia finalmente definito il contenzioso ma, nel frattempo, sembra che finalmente le istituzioni si stiano muovendo per avviare la riqualificazione a prescindere dall’esito. Sabato si incontreranno il presidente Crocetta (con tre assessori della sua giunta), il sindaco Accorinti, il presidente dell’Autorità Portuale, De Simone, il comandante della Base Navale, Legrottaglie, il soprintendente Scimone e il rettore Navarra.
Una tale concentrazione di rappresentanti istituzionali a confronto sul tema non si era mai vista ma bisognerà valutare se porterà ad atti concreti. La Regione, che da sempre è stata una presenza scomoda con l’Ente Porto, potrebbe invece finalmente fungere da collante tra le parti.
La riqualificazione deve necessariamente essere divisa in due fasi: la prima è quella che dovrebbe essere immediata, attesa da anni, e riguarda la bonifica. L’Autorità Portuale si era detta pronta ad iniziarla dopo la firma dell’accordo del 2014 ma si è fermata a causa del contenzioso con il Comune; la seconda, invece, riguarda il futuro dell’area, legato al Piano regolatore portuale, approvato dall’allora commissario del Comune, Gaspare Sinatra, il 15 novembre 2007 (coi poteri del Consiglio), e deliberato dall’Autorità Portuale il 27 marzo 2008.
L’articolo 2 dell’accordo del 23 aprile 2014 prevede che la riqualificazione della Zona Falcata avvenga “… attraverso la spedita attuazione degli interventi previsti nell’approvando Piano Regolatore Portuale. La Regione si impegna ad istruire la Valutazione Ambientale Strategica del Prp nel minor tempo possibile, assicurando un’approvazione rapida”.
Altro che approvazione rapida, sono trascorsi due anni e la Vas non ha ancora ricevuto l’ok. Un ritardo che, paradossalmente, fa felici alcuni rappresentanti dell’amministrazione comunale. L’assessore alle risorse del mare, Sebastiano Pino, lo ha detto apertamente, tesi poi ribadita anche da Cambiamo Messina dal basso nell’ambito della manifestazione “Il mare negato”. La richiesta è quella di far ripassare il Prp dal Consiglio comunale, per far decidere i rappresentanti dei cittadini e non il commissario Sinatra, nonostante dal punto di vista legislativo la sua firma sia perfettamente valida.
Tra l’altro il dissenso riguarda il Piano Regolatore Portuale in sé: “Quant’è previsto è superato dallo stato di fatto – ci aveva detto l’assessore Pino -. Ad esempio c’è un grattacielo dentro la base della Marina Militare che qualche anno fa stava smobilitando ed oggi invece è tornata con quattro pattugliatori, ci sono due impensabili porticcioli turistici nell’area dell’Arsenale e nella parte esterna vicino alla lanterna del Montorsoli, mentre oggi si rafforza il gruppo aeronavale della Guardia di Finanza. Tutto va invece rivisto in chiave di fruizione dei cittadini, con al centro lo sviluppo culturale e il recupero della Cittadella”.
Negli ultimi giorni l’assessore Pino è tornato alla carica contro i porticcioli turistici, in particolare quello previsto all’esterno della Zona Falcata, soprattutto per le ripercussioni ambientali che potrebbero generarsi sul territorio.
La curiosità è che mentre si contesta il porticciolo turistico previsto nella Zona Falcata dal piano dell’Autorità Portuale, contemporaneamente, il Comune ne prevede un altro a pochissima distanza, in via don Blasco, all’interno del Piau, il Piano innovativo in ambito urbano, appena presentato dopo che l’assessorato di De Cola aveva dato l’incarico di rivisitarlo perché considerato inattuabile e insostenibile, a partire da un altro porticciolo turistico con isola artificiale in via Santa Cecilia.
Un tema che è destinato sempre a far polemiche, come accaduto per altri due porticcioli turistici già dotati di studi di fattibilità: uno che dovrebbe nascere alla rada San Francesco una volta che il traffico marittimo sarà trasferito a Tremestieri; il secondo a Marina Guardia.
(Marco Ipsale)