“Non abbiamo voluto vincere facile, quindi abbiamo detto no. E siamo fieri d’averlo fatto. Abbiamo chiuso con questa gente che ha distrutto la Sicilia”. Nel padiglione della Fiera stracolmo per la presentazione della candidatura di Giovanni Ardizzone è il coordinatore regionale dell’Udc Gianpiero D’Alia a chiudere gli interventi ed a farlo sgomberando il campo dagli equivoci e dalle leggende metropolitane degli ultimi mesi. E già, perché sin da maggio il senatore centrista era indicato come il candidato alla Presidenza ipotizzato sia dal centro-destra che dal centro-sinistra che dai lombardiani. Le proposte ci sono state, tutte rispedite ai diversi mittenti, perché come ha detto D’Alia “non a tutti piace vincere facile”.
“Non abbiamo voluto scegliere la strada più facile per noi. Abbiamo detto basta ad un sistema clientelare come quello di Lombardo, che nel pieno delle emergenze ci ha inondati di consulenti, come il suonatore di pianobar per l’alluvione di Giampilieri. Abbiamo chiuso con vecchi sistemi di potere anche interni al nostro partito. E abbiamo chiuso con questa gente del centro-destra che ha distrutto la Sicilia. Votare Musumeci significa votare Berlusconi e i suoi uomini”.
In verità Gianpiero D’Alia ha un’amnesia geografica, perché se è pur vero che ha chiuso col Pdl al Comune e ha detto no ad un’alleanza a Palermo , con i Pdiellini di Palazzo dei Leoni non solo non ha chiuso, ma ci va d’accordissimo, tant’è che ha concordato con Ricevuto il famoso ampliamento della giunta a 15.
La scelta di Crocetta candidato, sposato proprio dall’Udc per primo, quando ancora il Pd era in tutt’altre faccende affaccendato, è quindi una decisione meditata ed in chiave di discontinuità con le passate gestioni della Regione. D’Alia tiene a sottolineare anche la discontinuità con lo stesso Cuffaro ribadendo scelte che proprio l’Udc dei quarantenni ha fatto ma che in tanti sembrano dimenticare. Il senatore non risparmia frecciate all’Idv ed al caso Fava “è stato un errore imbarazzante per uno che si vuol candidare alla Regione incappare in una svista di quel genere. E poi dover ricorrere ad una signora, che magari in quel momento era da un’altra parte e pensava ad altro”.
Il coordinatore regionale del partito di Casini ricorda infine come sia stato il suo partito a chiedere l’intervento di Monti quando la Sicilia ad inizio estate era a rischio default e occorrevano parole ferme e decise.
“Oggi abbiamo bisogno di normalità, di gente normale che operi per lo sviluppo di un tessuto economico normale. Tra di noi non ci sono Batman, Fiorito, Bossi. Per anni siamo stati alla mercè dei ricatti della Lega Nord. E tutti oggi sembrano scordare che l’Udc nel 2008 è andata al voto da sola, senza allearsi con il Pdl. Perché non ci piace vincere facile. Adesso non abbiamo bisogno del salvatore della patria o di un messia che attraversa lo Stretto a nuoto o cammina sulle acque. Abbiamo bisogno di tornare alla normalità. Stiamo attraversando la terza guerra mondiale, con 30 milioni di vittime nel mondo. La storia personale di Crocetta ci dice che è l’uomo giusto, per le sue lotte, per i suoi no, per le regole che ha applicato”.
Intanto oggi è tornato a Messina il candidato dell’ Ilef, Italiani Liberi e Forti, Gaspare Sturzo, per illustrare il suo programma che prevede l’eliminazione degli sprechi e l’investimento delle risorse nella scuola, nella sanità, nella formazione. Altri punti l’introduzione dell’Autorità che vigila sugli appalti, l’abolizione delle Province, dei doppi incarichi e degli enti e società partecipate in perdita.
Parte domani il tour di Cateno De Luca. La partenza è prevista alle 9,00 dal municipio di S. Teresa di Riva, dove De Luca è stato eletto Sindaco nelle amministrative del maggio scorso.Il tour sarà fatto con un pullman attrezzato ed è previsto il passaggio in oltre 200 comuni della Sicilia con l’obiettivo di mettere in luce i punti di forza ed i punti di debolezza del territorio siciliano.
De Luca consegnerà ai Sindaci dei comuni siciliani “ U FAUSU”, soldi falsi appositamente stampati per ricordare che gli enti locali sono in ginocchio per il mancato trasferimento dei fondi regionali da parte del governo Lombardo, per i continui tagli operati dal governo nazionale. Domani alle 11,00 la carovana della rivoluzione raggiungerà le baracche di Fondo Fucile.
Rosaria Brancato (foto Dino Sturiale)