Oltre che le condanne, e le numerose assoluzioni parziali per gli imputati comunque condannati, la Corte presieduta dalla dottoressa Grasso ha condannato gli enti e le società imputate, ovvero la Napi Service, la Cale Service, la Centro Servizi, la Elfi Immobiliare. Poi gli enti di formazione professionale Lumen onlus e Ancol,riconducibile il primo alla cognata di Genovese, il secondo all'ex assessore comunale Melino Capone. Tutti gli imputati condannati dovranno risarcire la Regione e l'Assessorato alla Formazione; il risarcimento sarà stabilito in sede civile.
In più dovranno pagare le spese di giudizio, stabilite in 2500 euro. Di Lorenzo, Fazio, Genovese, Giunta, Imbesi e La Macchia dovranno risarcire inoltre sei lavoratori degli enti, sia per le spese processuali che per il danno, anche questo da quantificare in sede civile. Si tratta di Stefania Sermini, Giovanna Cascio, Rosario Passari, Enrico Passalaqua, Giovanna Cangelosi e Puleo Patrizia. Carmelo e Natale Capone dovranno risarcire altri tre lavoratori Ancol: Nicola Vargiu, Nicola Ragalmuto e Annalucia Alosi.
Francantonio Genovese dovrà risarcire Ludovico Albert per i danni non patrimoniali, stabiliti in via equitativa in 60 mila euro, mentre l'unica provvisionale immediatamente esecutiva è quella stabilita in favore di Rosario Passari, dipendente dell'ente e sindacalista della Uil, al quale Genovese dovrà pagare 10 mila euro.
Le richieste delle altre parti civili costituite – associazioni e singoli lavoratori degli enti – sono state rigettate in toto, ed è stata esclusa la responsabilità amministrativa dell'Enfap.