Ecco la ricetta “anti-dissesto” : il dettaglio dei debiti e delle misure correttive del piano di riequilibrio

«Seppur possa apparire audace, affermo che il Piano di Riequilibrio, a parte le fondamentali questioni finanziarie alle quali dà risposta, consente altresì di trasformare una potenziale minaccia, costituita dalla possibilità del dissesto, in una non improbabile opportunità sotto il profilo della specifica organizzazione della performance dell`Ente». Il segretario generale Antonio Le Donne presenta così la manovra di risanamento approvata dalla giunta mercoledì sera e adesso pronta ad arrivare sulla scrivania del Collegio dei revisori dei conti e della Presidenza del Consiglio comunale per seguire l`iter che lo porterà in aula, all`attenzione dei consiglieri comunali. Ai quali spetterà l`ultima parola. L’obiettivo da raggiungere è ambizioso: salvare il Comune dal dissesto, avviando un percorso di risanamento grazie al cosiddetto decreto "salva-comuni" ed alle risorse messe a disposizione dal Governo nel Fondo di rotazione nazionale.

Il provvedimento varato in giunta contenente il Piano di riequilibrio consta complessivamente di 366 pagine.Il documento di risanamento predisposto dalla giunta Accorinti nasce dalle "ceneri" del vecchio piano di riequilibrio targato Croce, bocciato dalla Corte dei Conti perché monco della Convenzione con l`Amam, che avrebbe dovuto portare nelle casse del Comune centoquarantacinque milioni di euro in dieci anni. Come si ricorderà, il contratto di servizio fu bocciato dal Consiglio comunale perché illegittimo.(VEDI CORRELATI)

Nelle conclusioni della manovra finanziaria viene spiegato che «l’analisi dei fattori di squilibrio e l’individuazione delle misure di risanamento è stata effettuata coinvolgendo l’intera macchina amministrativa, a cominciare dai Dirigenti, in modo da realizzare (con il riequilibrio finanziario) un fondamentale “riequilibrio amministrativo” dell’Ente, sul quale occorrerà investire con convinzione nel periodo di vigenza del piano, e particolarmente nella sua immediata attivazione».

Per l’amministrazione Accorinti, «il risanamento del Comune è fondato sull’attivazione di misure strutturali di economie, risparmi ed incremento delle entrate proprie. A queste azioni si accompagnano incrementi straordinari di entrate, interventi di risanamento nella gestione delle società partecipate ed impegni sul fronte dell’aumento della capacità di riscossione ordinaria».

Da Palazzo Zanca lanciano quindi un messaggio volto all`ottimismo: «Si ritiene che le nuove misure rendano questo piano concreto, realizzabile e atto a consentire il riequilibrio finanziario dell’Ente nel periodo previsto, con sufficienti margini per eventuali minor conseguimenti che dovessero realizzarsi su singole misure e/o azioni».

La giunta ha una certezza: «il piano di riequilibrio possiede caratteristiche di affidabilità sufficienti a sostenere la stabilizzazione finanziaria del Comune di Messina, auspicabilmente anche in tempi anticipati rispetto alla conclusione del periodo dello stesso piano di riequilibrio».

Al di là delle parole, la forza o la debolezza del piano di riequilibrio targato Signorino-Le Donne dipenderà essenzialmente dai numeri in esso contenuti.

ECCO I DATI PIU`SIGNIFICATIVI DEL PIANO DI RIEQUILIBRIO 2013- 2022

I DEBITI

I debiti complessivi dell’Ente sono dunque distinguibili in “Debiti Fuori Bilancio” (Debito esecutivo definitivo e debiti delle partecipate, accantonati al 100%) e “Debiti Potenziali o Latenti” (Debito esecutivo non definitivo e Debito potenziale non esecutivo a rischiosità media o bassa, accantonati al 100%, al 50% ed al 25%).

L’amministrazione spiega che nel piano di riequilibrio «sono entrati gli esiti di sentenze maturate nel corso del 2013, ma (ovviamente) riferite a giudizi precedenti al 31/12/2012. Si tratta dunque di valori considerati “latenti” nella precedente versione del piano che, “slatentizzatisi” nel 2013, vengono adesso trasferiti nel gruppo dei debiti certi».

I debiti fuori bilancio censiti nel piano di riequilibrio ammontano a 109.768.130,12 euro.

Il debito potenziale o latente risulta pari ad 428.483.859,87 euro, con un impatto complessivo sul piano di riequilibrio pari a 213.108.351,1 euro. L’accantonamento delle somme per coprire questi debiti dipende dalla rischiosità degli stessi E così nel piano ritroviamo: € 75.232.842,49 con accantonamento nel piano al 100%; € 198.251.017,38 con accantonamento al 50% (per un totale accantonato pari ad € 99.125.508,69); € 155.000.000,00 con accantonamento al 25% (per un totale accantonato pari ad € 38.750.000,00).

Il piano di riequilibrio prende ovviamente in considerazione le SOCIETA’ PARTECIPATE, sottolineando che «tre sono le aziende per le quali si registrano le maggiori problematicità»: ATO Messina 3 SpA in liquidazione, Messinambiente SpA in liquidazione e ATM (Azienda Speciale). «La nuova amministrazione- si legge testualmente- ha assunto responsabilità nel governo delle partecipate, con l’obiettivo di individuare le criticità gestionali».

Vediamo la fotografia scattate per i maggiori organismi partecipati dal Piano di riequilibrio.

MESSINA AMBIENTE S.p.A. . Allo stato, risulta dai dati di bilancio di Messinambiente un debito netto complessivo pari ad € 29.966.423,58 . Questo importo complessivo risulta gravato per € 11.362.795,24 di sanzioni, interessi ed altri oneri diversi dalla sorte capitale per debiti verso l’erario; ne risulta un debito complessivo netto pari a 18.603.628. Atteso che le commesse del Comune di Messina pesano sul valore del fatturato per il 90% del totale (come da rendiconti 2012 e 2013 elaborati da Messinambiente), il piano di riequilibrio considera un valore finale di € 16.743.265,20.

AMAM S.p.A. I residui attivi del Comune nei confronti dell’A.M.A.M., sono pari ad €15.335.904,00. L’AMAM non presenta condizioni di bilancio deficitarie; tuttavia nella sua gestione si riscontrano criticità operative (legate anzitutto alla carenza di personale, che riduce la potenzialità d’utile dell’azienda) e difficoltà di gestione dei residui attivi, soggetti ad importanti abbattimenti e cancellazioni. In coerenza col Piano Economico-Finanziario approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’AMAM il 20/03/2014, è previsto un dividendo annuo crescente nel periodo di vigenza del piano, per un importo complessivo di € 30.633.230,00. Il conseguimento di questo obiettivo è connesso al superamento delle criticità sopra indicate, ad una più accorta gestione del servizio, alla riduzione delle esternalizzazioni di funzioni altrimenti realizzabili con utilizzo di risorse interne.

ATM Il bilancio consuntivo 2013 predisposto dall’ATM (e che segue la richiesta di rimodulazione dei consuntivi 2011 e 2012, con la correzione delle voci appostate come “crediti verso controllante anni pregressi”) riporta un valore negativo netto del patrimonio pari ad Euro 32.435.045,00. Il bilancio aziendale 2013 chiude con un sostanziale pareggio (utile di esercizio per 20.962,95), indicando che nello scorso anno è stata recuperata una gestione equilibrata dell’azienda, risultante dall’avvio delle iniziative di efficientizzazione gestionale cristallizzate nella bozza di linee guida del piano industriale trasmesse dall’azienda il 07/08/2014. Alla luce di quanto previsto alla lettera b) dell’art. 194 del TUEL, il piano di riequilibrio del Comune di Messina include il valore negativo del patrimonio netto risultante dallo schema di bilancio consuntivo 2013 trasmesso in data 09/07/2014.

ATO ME 3 S.p.A. in liquidazione. Per i servizi anni 2007/2012 è stato predisposto un piano di rientro del debito L’importo del fondo che sarà erogato dalla Regione Siciliana sarà utilizzato a deconto dei debiti fuori bilancio per € 23.620.497,87 ed il cui importo sarà rimborsato in quote annue costanti alla Regione Siciliana. Nel piano di riequilibrio viene inoltre spiegato che è attualmente in corso un contenzioso tra Messinambente (attore) e ATO ME 3. Secondo quanto censito dall’avvocatura comunale, il valore originario della causa è pari ad € 29.000.000,00, equivalente alla pretesa di Messinambiente verso ATO ME3. Per la giunta Accorinti bisogna tuttavia tenere in considerazione che a) nel corso del tempo ATO ME3 ha saldato parte del debito verso Messinambiente; b) parte della pretesa creditoria di Messinambiente non è contestata da ATO ME3; c) la quota di debito non contestata da ATO ME3 è già inclusa nel debito censito verso quest’ultima società (ed oggetto della sopra indicata delibera di riconoscimento dei debiti fuori bilancio). Per l’amministrazione, quindi, la reale potenziale esposizione debitoria del Comune in relazione alla causa in questione è misurata dallo scarto esistente tra la residua pretesa di Messinambiente e la frazione che di detta pretesa ATO ME3 non contesta. Dalla nota del Liquidatore di ATO ME3 del 08/08/2014 risulta che tale differenza è pari a poco più di € 15.300.000,00.

N.B. LA DELIBERA SUL PIANO DI RIENTRO DEI DEBITI CON L’ATO GIACE NEI CASSETTI DELLA GIUNTA DA UN ANNO ESATTO.

I debiti dovranno ovviamente essere sanati mediante LE MISURE DI RIEQUILIBRIO ECONOMICO-FINANZIARIO inserite nel Piano di riequilibrio.

Palazzo Zanca intende puntare su:

MAGGIORI INTROITI DAL CONTRASTO ALL’EVASIONE FISCALE, al 2022 è atteso il recupero di € 41.512.131,02

IMPOSTA TARES-TARI, per il piano di riequilibrio la risorsa complessiva che si ricaverà è di 47.870.720,00 nel decennio.

REVISIONE RENDITE IMMOBILIARI, che porterà un incremento consequenziale sul gettito IMU-TASI. «L’indagine, adottando criteri prudenziali, stima che l’azione indicata, a far data dall’anno 2016, produrrà un incremento dell’imposta sull’abitazione pari ad € 2.900.000 annui fino al 2022, per un totale sui sette anni di € 20.300.000».

EFFETTI ATTESI RIFORMA CATASTO, con conseguente incremento strutturale del gettito IMU-TASI del 10% in base annua, per importi (a far data dal 2016) di 4,5 milioni in media (le previsioni di gettito del Dipartimento Tributi per il 2013 sono di 37 milioni per l’IMU e 8,8 per la TASI). Sull’intero periodo si può dunque prevedere un incremento di risorse per € 26.390.000,00.

-RIDUZIONE SPESA DEL PERSONALE . Il personale che sarà collocato a riposo nel decennio 2013 – 2022 ammonta a n. 765 unità, anche se, al fine di garantire la funzionalità dei servizi, l’Ente ricorrerà al turn-over. Considerando i progetti di stabilizzazione dei dipendenti a tempo determinato e di assunzione di nuovo personale (con un turn over del 50%), le economie complessive si attestano a poco più di 55 milioni di Euro.

MINORI COSTI FITTI PASSIVI, con un risparmio stimato in € 12.782.120,00.

DISMISSIONE PATRIMONIO, la Giunta Accorinti programma alienazioni per un valore complessivo orientativo di € 8.000.000,00, ben al di sotto delle cifre inserite nei vecchi bilanci di Palazzo Zanca.

RIDUZIONE TRASFERIMENTI ATM E CONTRIBUTO AMAM .Nella bozza di piano industriale dell’azienda trasporti sono stati previsti minori trasferimenti annui richiesti dall’azienda all’Ente nel periodo di vigenza del piano di riequilibrio. Le economie cumulate ammonteranno a circa € 52.010.000,00. L’AMAM ha approvato un piano economico e finanziario che destina al Comune di Messina dividendi per un totale di € 30.633.230,00 entro il 2022.

Riduzione 10% spesa prestazioni di servizi int. 3 (art. 243-bis TUEL), che comporta risparmi per € 32.061.716,40.

Minori spese per mutui, con una riduzione in dieci anni dell’indebitamento per € 12.852.717,45.

Minori spese energetiche, con economie nel periodo 2014/2022 per un ammontare pari ad €.43.645.752,00.

Recupero sanzione per sforamento patto di stabilità 2011. Nel corso dell’anno 2012 l’Ente è stato assoggettato ad una sanzione di € 7.052.000,00 per lo sforamento del patto di stabilità intervenuto nell’anno 2011. Nel corso del 2014 il Ministero dell’Interno ha disposto la restituzione della sanzione al Comune di Messina.

Ci sono poi quelle che l’ amministrazione definisce "AZIONI MINORI”:

-CONTRIBUTO ISTRUZIONE VALUTAZIONI INCIDENZA, previsione di introiti medi di € 50.000/anno a titolo di contributo per l’istruzione delle Valutazioni di Incidenza, per un totale di € 450.000,00.

-ENTRATE SERVIZIO NUMERAZIONE CIVICA, la previsione di introiti medi di € 200.000/anno per il periodo 2014-2018 dovuti al servizio di numerazione civica. La revisione della toponomastica costituisce servizio di essenziale importanza anche ai fini del miglioramento della capacità di riscossione dell’Ente, essendo la irreperibilità per inconoscibilità dell’indirizzo una importante causa di mancata riscossione o notifica di ingiunzioni e/o atti interruttivi.

-MERCATO DOMENICALE, MERCATO ALDISIO, previsione di entrate per il periodo 2015-2022 per totali di € 51.321,00 e 107.827,00 rispettivamente per il mercato domenicale e per l’ampliamento del “Mercato Aldisio”.

– INCREMENTO LUCI VOTIVE, previsione di un incremento di entrate per Luci Votive per € 140.000,00/anno dal 2016 al 2022, per un totale di € 980.000.

Il piano prevede, inoltre :

LA REVISIONE DEI RESIDUI. Sono stati eliminati residui passivi per € 17.028.382,37 e residui attivi per € 24.314.370,41.

LA COPERTURA DEI COSTI DEI SERVIZI A DOMANDA INDIVIDUALE (asili nido, mense, impianti sportivi,mercati, trasporto alunni, spettacoli, disinfestazione, assistenza). Per l’esercizio finanziario 2012 aveva una incidenza percentuale dell’8,82% mentre per l’esercizio finanziario 2013 una incidenza percentuale 36,56%. Risultano inferiori ai livelli di copertura previsti le entrate derivanti da: Asili Nido (copertura = 50%) e Impianti Sportivi. Considerando un calo di domanda connesso all’incremento di contribuzione (-20%), l’incremento atteso è pari ad € 35.000/anno per nove anni, per un totale complessivo pari ad € 3.150.000,00

L’amministrazione Accorinti annuncia nel Piano ULTERIORI MISURE IN ATTIVAZIONE , vale a dire: maggiori accertamenti e ricavi dai fitti attivi ; ulteriori risparmi sui fitti passivi; dismissione di alloggi ERP in favore degli affittuari; introiti dai giudizi attivi; effetti della riforma del regime di autorizzazione per la distribuzione del gas; revisione del regolamento COSAP.

«La somma di queste ulteriori misure, sebbene non perfettamente quantificabile- si legge nel Piano – è suscettibile di arrecare risorse aggiuntive al piano per oltre trenta milioni di euro nel periodo del piano, conferendo al piano stesso un importante margine di solidità e concretezza».

L’amministrazione si sbilancia in una previsione solo in merito al Introiti dai giudizi attivi .«Al netto dei recuperi considerati improbabili, il valore di questi giudizi è pari ad € 14.500.000,00 circa. Data l’indeterminatezza del tempo di risoluzione delle cause e la mancanza di certezza circa l’esito delle stesse, assumendo un profilo di prudenzialità, si è preferito non inserire nessun valore. Tuttavia è da attendere che una parte di queste risorse potranno realizzarsi nel periodo del piano».

Il Piano di riequilibrio fornisce alcuni dati interessanti in merito alla "Spesa degli organi politici istituzionali" ed alle "Spese per il personale".

La manovra finanziaria riporta l’andamento dell’ultimo triennio delle "spese di competenza per il funzionamento degli organi politici istituzionali". Nel Rendiconto esercizio 2010, la cifra complessiva ammonta a 1.950.075,02 euro; nel Rendiconto esercizio 2011 la spesa si abbassa a 1.866.213,26; ma il vero taglio si ha nel Rendiconto esercizio 2012, con un totale di 1.116.543,37 euro.

Nel 2012 si riduce anche la spesa di personale sostenuta dal Comune, che ammonta a 64.528.497,30 euro contro i 70.724.222.45 euro del 2011.

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Danila La Torre