Variante Prg, Capitale Messina: “No al trasferimento dei volumi”

"Non è vero che la "Variante" del PRG è a volume zero. Ed è sovradimensionata rispetto al fabbisogno reale." Ad asserirlo è l’architetto Pino Falzea, che firma un nuovo documento di Capitale Messina sull’argomento che tiene banco da settimane.

Secondo Falzea, la polemica accesa sulla cosiddetta “Variante di Tutela Ambientale” elaborata dall'Amministrazione, nasce anche dalla poca chiarezza che c’è attorno a questo strumento urbanistico, sconosciuto ai più.

Nel documento di Capitale Messina vengono quindi evidenziati alcuni punti, “per comprendere si legge – il contesto generale all’interno del quale tale strumento si muove”.

Il Comune di Messina è dotato di un PRG adottato dal Consiglio Comunale con delibera 29/c del 6 Aprile 1998 ed approvato con il decreto 686 del 2 settembre 2002, contenente i vincoli preordinati alle espropriazioni, ovvero i vincoli che consentono agli enti pubblici di espropriare taluni terreni per realizzare opere pubbliche. Tali vincoli, validi fino al settembre 2012 sono oggi decaduti.

Il Comune ha l'obbligo di assegnare una nuova destinazione urbanistica a tali aree mediante l'adozione di una variante specifica o di una variante generale.

L’ente locale ha attivato le procedure per quella che, da quanto ne abbiamo capito, sarebbe dovuta essere – afferma Falzea – una sommatoria di varianti puntuali inserite in un unico pacchetto, chiamato “Variante di Tutela Ambientale”, con un atto formale di avvio del procedimento, comunicato sul Corriere della Sera e sulla Sicilia (sic) e la nomina del Responsabile Unico del Procedimento nella figura dell’Ing. Raffaele Cucinotta, oggi dirigente del Comune di Milazzo.

Dell’avvio del procedimento sono stati avvisati i proprietari delle aree a rischio idro-geomorfologico o interessate da habitat prioritari nel Piano di Gestione della Zona di Protezione Speciale (ZPS), e gli stessi sono stati informati del fatto che il loro terreno sarebbe stato declassato, nella “Variante di Tutela Ambientale”, da edificabile ad agricolo.

Agli stessi si è consentito di trasferire il volume dell'area di loro proprietà, nella “Banca dei Volumi”, in modo da non perderlo completamente ma conservarlo nella misura del 50% ed utilizzarlo, nei modi che il Comune stesso avrebbe reso noti in seguito, nelle aree Zir e Zis, che nel frattempo il Comune ha pensato di normare attraverso il Piano Integrato in Ambito Urbano (PIAU).

A questo punto Falzea fa una considerazione: quando si redige una variante al PRG, ancorché parziale, si dovrebbe iniziare da una verifica del dimensionamento del Piano, che consiste nell’elaborazione di un conteggio relativo agli abitanti presenti al momento ed a quelli che si prevede si insedieranno nel ventennio futuro, in rapporto sia ai vani esistenti che ai vani necessari per gli abitanti che secondo le stime si presume risiederanno nel ventennio citato.

Il PRG vigente ad esempio ha previsto, nel 1998, che nel ventennio dalla sua redazione gli abitanti a Messina sarebbero stati 400.000, per cui sono state previste aree edificabili e aree a servizi per un totale di 400.000 abitanti.

Considerato che invece ad oggi gli abitanti sono circa 244.000, vi è in atto un sovradimensionamento di aree edificabili e servizi per ben 156.000 abitanti, che nel dettaglio significa che il piano in atto vigente prevede la possibile realizzazione di 156.000 nuovi vani inutili e 2.808.000 mq. di servizi pubblici anch’essi inutili.

Ne consegue che non è vero che la “Variante di Salvaguardia Ambientale” sia veramente a volume zero ed occupazione di suolo zero, stiamo bensì parlando di un piano a quindici milioni seicentomila metri cubi.

Capitale Messina ritiene necessario, invece, che la Variante di Salvaguardia depositata in Consiglio Comunale preveda, visto che il Comune continua a perdere abitanti e nessuna importante crescita demografica può essere ipotizzata, quanto meno una riduzione delle aree edificabili nelle quantità necessarie per determinare una riduzione di quindici milioni seicentomila metri cubi ed una riduzione delle aree destinate a servizi per una superficie pari a due milioni ottocentomila metri quadrati.

E dovrebbe essere previsto l’azzeramento delle aree di espansione residenziale, senza nessuna possibilità di trasferimento dei volumi dalle colline alla Zir e/o alla Zis.