Cultura e spettacoli

Donna Sarina contro i crackers: Rosaria Brancato in scena

Messina – Quando a fare comicità è una giornalista con la G maiuscola c’è tanto da ridere e poco da scherzare. In “Donna Sarina contro i crackers” Rosaria Brancato, già direttrice di Tempostretto, vola alto: gender gap, hikikomori, scomparsa dell’informazione ma anche tutte le altre trasformazioni sociali accelerate dalla pandemia sono i temi che la giornalista messinese affronta nel suo primo spettacolo di stand up comedy andato in scena al Monte di Pietà. La regia è di Vincenzo Tripodo.

Dopo aver sceso le scalinate del Monte di Pietà con il portatile in mano perché in smart working l’imperativo è lavorare sempre, ovunque e dovunque, in mollettone e “tappine” rosa Donna Sarina svolazza letteralmente per un’ora tra tic e manie degli uomini e delle donne del post covid: iperconnessi e isolati, imbruttiti e spaventati, stretti nel paradosso tutto siciliano: da un lato un futuro che è solo parole, per la precisione le parole inglesi di un internet velocissimo ma che in Sicilia ovviamente falla, come la connessione di Donna Sarina che va e viene, e il presente che viaggia sulla mulattiera Messina-Palermo.

Il registro dello spettacolo è questo: sotto il vestito della comicità più spontanea c’è la denuncia su temi sociali attualissimi, affrontati col sorriso sì ma dati e informazione alla mano, col rigore giornalistico di chi ha 30 anni di “giornalismo di strada alle spalle”. Rosaria Brancato ricorda che durante la pandemia, mentre eravamo impegnati a scegliere quale canzone cantare sul balcone e se tagliare le gambe al figlio maggiore di 14 anni per poterlo portare alla cena di Natale dai nonni senza incorrere nelle multe del Dpcm vattelappesca, col pretesto dello smart working le donne hanno perso in 2 anni le conquiste raccolte in 10 anni di lotte, restando fuori dal mondo di lavoro, dai ruoli dirigenziali. “Siamo state le prime a perdere il lavoro e le ultime a ritrovarlo: soltanto una donna su 3 nuovi assunti, dopo la pandemia”. Ci hanno chiuse in casa e si rubbaru a chiave – tuona Donna Sarina – e noi siamo contente”. Come siamo passate dal gesto con le dita delle femministe degli anni ’70 alla bocca a culo di gallina a favore di selfie? Chiede Donna Sarina. E perché abbiamo lasciato che a colpi di emendamento distruggessero la legge 194 sul diritto all’aborto?

In mezzo c’è Donna Sarina a tutto tondo: la passione e il coraggio della donna Rosaria Brancato che negli ultimi 30 anni ha fatto la giornalista con le stesse cifre stilistiche: passione, coraggio e accuratezza. Ed ora è pronta ad una nuova vita. Per lei la prima è buonissima: il testo bilancia perfettamente i momenti di giornalismo, la comicità e gli spunti di riflessione, si “chiude” dove si è aperto, in perfetto stile teatrale, e lei affronta i problemi tecnici (le luci e il microfono hanno fatto le bizze più volte, sicuramente sono stati i soliti crackers) da artista del palco navigata. La “mano” di Vincenzo Tripodo è perfettamente distinguibile, nella performance. Il regista messinese governa la naturale comicità di Rosaria Brancato, le aggiusta addosso il testo ricamando in qualche punto il suo personalissimo ornamento e Rosaria diventa Donna Sarina artista.

Il consiglio è: andateci; diverte, emoziona, aiuta a riflettere. E se questo non è sufficiente basterà sapere che, caso più unico che raro, il sindaco Federico Basile è rimasto incollato alla sedia fino alla fine, i messinesi possono capire. I vari Teresa Mannino e Roberto Lipari possono cominciare a tremare.