L’esperimento sta funzionando. La città sembra davvero più pulita. La fase emergenziale è stata superata. Messina non è più ostaggio della sua spazzatura. Almeno per il momento sono scomparse quasi ovunque le montagne di sacchetti che per settimane hanno dimorato su strade e marciapiedi. La decisione del commissario Giovanni Calabrò di mettere la gestione dell’emergenza nelle mani del dirigente Natale Cucè a quanto pare sta dando i suoi risultati. In dieci giorni la task force messa in piedi per superare le criticità che in questi mesi nessuno era riuscito a fronteggiare è riuscita a centrare l’obiettivo. «In una settimana abbiamo azzerato tutta la giacenza per terra, eliminate oltre 250 tonnellate di rifiuti che si trascinavano da mesi, sono state ripulite tutte le postazioni dei cassonetti e bonificate le aree con battericidi e odorizzanti. Già da lunedì è iniziata la seconda fase di questa operazione, quella di mantenimento. Adesso questo step sarà fondamentale perché purtroppo non è scontato riuscire a mantenere quotidianamente tutto pulito. Ma la task force resterà operativa e lavorerà soprattutto perprevenire la formazione di discariche a cielo aperto e per intervenire immediatamente lì dove potrebbero formarsi nuovi cumuli fuori dai cassonetti» spiega Natale Cucè che traccia un bilancio positivo di questi 10 giorni di lavoro.
E’ stata creata una squadra speciale di 8 uomini, coordinata dal sorvegliante Nino Comandè, che ha operato a supporto del servizio di raccolta e rimozione discariche. In pratica questa squadra ha operato in sinergia totale con le squadre che si occupano della raccolta, dando manforte lì dove c’era bisogno di un’iniezione di manodopera in più. Ogni giorno si sono tenute delle riunioni per fare il punto della situazione e coordinare al massimo le attività. E così in una settimana sono sparite le montagne di spazzatura. Scontato chiedersi perché non sia stato fatto prima. A questa domanda Cucè risponde che quello che fino ad oggi probabilmente era mancato era proprio un coordinamento tra il servizio di raccolta e quello di trasporto in discarica. Questo è infatti uno degli anelli deboli del ciclo dei rifiuti in città perché la spazzatura che viene raccolta viene poi trasportata a Pace e trasferita sui mezzi diretti in discarica. E se queste operazioni non sono sinergiche la spazzatura resta in strada.
«Ho usato gli stessi ingredienti rimescolandoli diversamente e ho solo aggiunto un po’ di lievito» dice Cucè per spiegare come non ci siano stati stravolgimenti all’interno di Messinambiente, se non nella gestione del lavoro giornaliero. E’ stato però incrementata la flotta del servizio di trasporto in discarica, con due mezzi in più che Messinambiente in questo momento sta affittando all’esterno.
In questi giorni sarà potenziato anche il servizio di rimozione degli ingombranti e dei suppellettili che la gente si ostina ancora a lasciare per strada: «Ancora è possibile che ci siano vari rifiuti di questo tipo a ridosso dei cassonetti o dove si formano le discariche abusive, ma contiamo di eliminare tutto nel giro di pochi giorni».
Nell’ottica della collaborazione, un’altra novità per Cucè è il ritrovato dialogo con i presidenti dei quartieri: «Ieri abbiamo avuto una prima riunione, sono loro le prime sentinelle sui territori e dunque Messinambiente terrà una linea aperta diretta con le circoscrizioni per poter intervenire tempestivamente sulle segnalazioni che arriveranno».
Non ci sono invece ancora buone notizie sul fronte isole ecologiche. Oggi nuovo sopralluogo e lunga riunione tra Messinambiente e il Dipartimento Ambiente della Città Metropolitana che lo scorso 30 giugno chiuse l’impianto della differenziata a Pace per le irregolarità riscontrate nello stoccaggio dei materiali dopo i due incendi. La chiusura dell’impianto ha mandato in tilt la raccolta differenziata e quella porta a porta, dunque adesso si attendono notizie al più presto per non vanificare gli sforzi che anche i cittadini avevano fatto fino ad oggi.
Francesca Stornante