Dopo oltre un decennio sta per calare il sipario sulla Società di Trasformazione Urbana il Tirone, meglio conosciuta come Stu e nata con l’intento di riqualificare e valorizzare il centrale e storico quartiere della nostra città con una sinergia tra pubblico ( il Comune) e privati. In ossequio all’ordinanza del Tribunale di Palermo (vedi qui), venerdì pomeriggio l’assemblea dei soci ha deliberato la liquidazione della società, nominando commissario liquidatore Gaetano Fotia . Prima però di spegnere definitivamente i riflettori (salvo una «una fortissima volontà politica» che potrebbe rimettere in gioco la Stu), l’amministratore delegato Franco Cavallaro ha voluto togliersi più di un sassolino dalla scarpa, ripercorrendo tutte le tappe della vicenda Stu Tirone, iniziata nel 2003, e soprattutto evidenziando il rischio di un salatissimo risarcimento danni, che si aggirerebbe intorno ai 25 milioni di euro, e di danno erariale, per un importo di circa 6 milioni di euro .
Durante l’ultima seduta dell’assemblea è stato infatti dato mandato al liquidatore di accertare eventuali responsabilità, con i soci pronti a chiedere i danni. «A questa proposta si è opposto solo il socio Comune, rappresentato dall’assessore Guido Signorino» ha precisato Cavallaro, che non ha nascosto la propria amarezza per come in questi 15 anni la Stu sia stata – a suo dire – osteggiata e delegittimata da più parti con l'accusa di voler fare speculazione edilizia.
«Dal 2003 al 2009 – spiega Cavallaro nel raccontare le varie tappe- la Stu è stata sommersa dalla burocrazia con responsabilità ascrivibili alle precedenti amministrazioni comunali e alla Regione. Dal 2009 al 2011 abbiamo registrato una vera e propria aggressione da parte della politica , con una delegittimazione della società. In questo periodo viene aperta una indagine , il documento de l’Altra città affermava anche che il legislatore aveva concepito le STU e i Contratti di Quartiere per ambiti diversi da quelli del Tirone classificati A3. Nell’aprile 2010, 22 firmatari di Q Tirone ( un gruppo di architetti per la maggior parte legati alla Facoltà d’ingegneria di Messina) mettono in discussione con pesanti critiche i progetti , che ancora all’epoca erano in corso di redazione. Nel febbraio 2012 INARSIND segnala anomalie all’ AVCP e poi ANAC e presenta un esposto anche alla Procura della Repubblica. Nel novembre 2012 la Stu riceve il Premio Urbanistica 2012 , con la motivazione che il piano riempie uno storico vuoto urbano nel centro della città di Messina grazie ad una equilibrio tra funzioni pubbliche e private. Nel 2013 si insedia l’amministrazione Accorinti, con cui non c’è mai stato un confronto sul merito dei progetti. Nel febbraio 2015 arriva la delibera dell’ ANAC che mette fine alle insinuazioni sul procedimento. Nel luglio 2015, la Cassazione mette fine all’indagine penale con l’archiviazione definitiva che mette fine al Killeraggio consumatosi per anni ai danni della Stu. Da qui iniziano le grandi responsabilità dell’amministrazione Accorinti , alla quale abbiamo chiesto di trovare insieme una soluzione e di sottoscrivere una nuova Convenzione, con emendamenti presentati dal consigliere Carreri . La convenzione è stata poi ritirata Nell’agosto 2015 la Stu viene estromessa dalla graduatoria per l’inserimento nel programma delle periferie in cui risultava prima. Questa circostanza ha definitivamente convinto uno dei soci della malafede del socio Comune di Messina ed è iniziato il percorso per la messa in liquidazione».
«Il 21 marzo – ha proseguito Cavallaro – è stato pubblicato l’esito della Bando per l’acquisto di immobili nell’ambito del progetto Capacity, che ha destinato 13 milioni di euro sui 18 milioni disponibili all’acquisto di unità immobiliari per evitare la cementificazione della città. Consumare suolo agricolo è sbagliato ma sperare di operare nel mercato è da ingenui. E infatti il risultato è che sono state offerte poche case o case vecchie con barriere architettoniche. il verbale riporta la disponibilità di soli 11 alloggi nuovi e 2 usati»
L’amministratore della Stu si è voluto dilungare sui vari step che si sono susseguiti dal 2003 ad oggi per evidenziare che negli anni c’è sempre stato qualcuno che ha remato contro la Stu Tirone e che anche l’attuale amministrazione di fatto se n’è lavata le mani senza mai avviare un reale dialogo che potesse portare ad una soluzione condivisa, in grado di fare l’interesse del socio pubblico (il Comune), cioè la riqualificazione del Tirone, e di soddisfare al contempo le esigenze di guadagno dei soci privati.
Male recriminazioni lasciano il tempo che trovano, ciò che più preme sapere adesso è se le scelte dell’amministrazione Accorinti avranno conseguenze sulle casse del Comune.
Danila La Torre