Da lunedì i tram riprenderanno a viaggiare con orario cadenzato che fissa le partenze ogni 15 minuti e prevede l’utilizzo di sei vetture. A stabilirlo con un provvedimento siglato ieri è stato il Direttore dell’esercizio tranviario dell’Atm, Carmelo Crisafulli. Un provvedimento che di fatto sconfessa il progetto sperimentale “Andiamo a scuola in Tpl” e, almeno per il momento, pone fine ad un servizio che in realtà non ha mai goduto di ottima salute. In pratica si torna al vecchio piano di servizio, l’esperimento fortemente voluto dall’assessore alla mobilità Gaetano Cacciola non ha funzionato e l’Atm ha deciso di fare dietro-front. In base alle modifiche da lunedì il servizio partirà alle ore 5,30 dal capolinea ZIR, con ultima corsa alle 21, ed alle 6,15 dal capolinea Museo, con ultima corsa alle 21,45.
Un mese fa anche noi avevamo monitorato il servizio di “Andiamo a scuola in Tpl”, facendo emergere le tante difficoltà riscontrate in una normalissima mattina della settimana. Il piano prevedeva un servizio di bus e tram concentrato nella fascia oraria che va dalle 7 alle 7.30, la più critica per il traffico di studenti che raggiungono le scuole. Per funzionare però il progetto aveva bisogno di un fattore principale: garantire in quella fascia oraria la frequenza del tram ogni sette minuti. Sistema che poteva filare senza difficoltà solo con almeno 7 tram in circolazione. E invece quel giorno avevamo trovato meno tram del previsto e partenze ogni 15 minuti. In questi mesi, per la carenza di mezzi sui cui poter contare, sono state più le volte che il Tpl scuola non ha potuto funzionare al top rispetto a quelle in cui tutto è andato secondo i progetti sulla carta. A parlare sono i dati che avevamo raccolto il mese scorso e che confermavano ad esempio che a gennaio l’Atm era riuscita a garantire sette tram solamente in quattro giornate.
Poi è arrivato l’affondo del sindacato Orsa che probabilmente ha dato alla società la certezza finale che il piano aveva necessità di essere rivisto L’ordine di servizio n.11, emanato nel pomeriggio di ieri a firma di Crisafulli, che annulla il vecchio piano Tpl ponendo i correttivi richiesti dal sindacato è la risposta che l’Orsa attendeva dopo la denuncia del Coordinamento Autisti Orsa sulle criticità e i continui ritardi dovuti alla mancanza di un numero adeguato di vetture.
"Siamo soddisfatti ed apprezziamo il senso di responsabilità con cui Azienda e Assessorato hanno prontamente preso atto dei problemi denunciati dal sindacato autisti dell'Orsa - dichiara Michele Barresi Segretario provinciale ORSA Trasporti - criticità legate al numero esiguo di vetture tranviarie disponibili. Una modifica al piano esercizio era indispensabile - continua l'ORSA - sebbene siamo consapevoli che non si potrà garantire un servizio dignitoso e funzionale se prima non si disporrà di almeno dieci vetture. Il piano Tpl Scuola progettato dall'assessore Cacciola è a giudizio dell'Orsa solo da rimandare a tempi migliori e a fronte del senso di responsabilità e alla comprensione mostrata da Azienda e Amministrazione siamo da subito disponibili alla massima collaborazione al fine di dare un servizio di trasporto migliore alla cittadinanza messinese” commenta Barresi.
Alla fine ha dunque prevalso il buon senso, anche perché le responsabilità del fallimento non possono cadere solo sull’assessore Cacciola che si è scontrato con la triste realtà dell’Atm che, al momento, non consente grandi rivoluzioni sul fronte mobilità e viabilità.
L’obiettivo però è riuscire a rimettere in moto l’azienda e gli sforzi di questi mesi vanno in questa direzione. Il futuro passerà anche dal contratto di servizio che il Dirigente alla Mobilità Mario Pizzino ha redatto in questi mesi. Il documento è ancora top secret, dovrà passare al vaglio del Consiglio comunale e sarà una tappa fondamentale per l’Atm che finalmente avrà quello strumento necessario per organizzare i servizi in funzione delle richieste che il Comune, in quanto ente appaltante del servizio, gira all’azienda di via La Farina. Il contratto che vedrà la luce nei prossimi giorni definirà i rapporti tra Atm e Comune per gli anni 2014 e 2015, quindi con durata biennale. Dovrebbe prevedere analoghi trasferimenti di risorse da parte del Comune, quindi 17 milioni di euro annui, anzi con una maggiorazione nell’anno in corso per dare la possibilità di acquistare i mezzi di cui l’azienda ha bisogno. Il Piano di servizio inserito nel contratto si fonda sulla presenza in strada di 50-55 bus al giorno, sempre per il biennio 2014-15, in modo da portare il numero dei Km attualmente percorsi dai 2,5 milioni di oggi a circa 5 milioni. Un circolo virtuoso che porterebbe più soldi dalla Regione che eroga il contributo sul chilometraggio conteggiando 2,4 euro a km. Più soldi si otterranno dalla Regione e più il Comune potrà lasciare camminare l’Atm sulle sue sole gambe. In ques’ottica anche l’impegno a ridurre dagli attuali 7 euro a poco meno di 6 il costo odierno di un km per l’Atm, compreso di costi del personale.
Per avere ulteriori dettagli si dovrà attendere la presentazione del documento. Il contratto di servizio sarà parte integrante del piano di riequilibrio decennale che l’amministrazione Accorinti sta mettendo a punto, un piano che prevede un’Atm che nei prossimo dieci anni possa trasformarsi in azienda che produce circa 5 milioni di utili l’anno. Oggi queste ipotesi sembrano fantascienza. Intanto il contratto di servizio, elaborato intanto per due anni proprio per renderlo il più aderente possibile alla realtà, potrebbe iniziare a mettere un po’ d’ordine.
Francesca Stornante