Non soffrono di complesso d’inferiorità nei confronti di nessuno, né di nostalgia né di timori reverenziali, guardano alle prossime competizioni elettorali con lucidità e non hanno alcuna intenzione di essere visti come un partito-taxi in vista delle Regionali e delle Politiche.
I fedelissimi Udc, ovvero il gruppo che dopo il divorzio D’Alia-Cesa ha scelto di restare con quest’ultimo, sotto il simbolo dello scudocrociato, si sono presentati questa mattina nella nuova sede del partito, in via Romagnosi 14. Se gran parte dei componenti del coordinamento provinciale è esponente del gruppo Naro (tra gli storici fondatori dell’Udc), il coordinatore provinciale Giovanni Frazzica è un ex Pd che sotto l’albero di Natale di Renzi ha fatto trovare una letterina polemica: “nel 2015 ci hanno fatto firmare una richiesta d’iscrizione rimasta tale per un anno e mezzo. Ci hanno trattati come richiedenti tessera, come i richiedenti asilo”. Frazzica, che è sempre stato un Pd a trazione Margherita preferisce ricordare i suoi trascorsi nel Partito Popolare che è poi il percorso che gli Udc nazionali vogliono ribadire, il Partito Popolare Europeo.
“Siamo democristiani, cattolici e moderati, un partito aperto ma senza personalismi” chiariscono nel corso della conferenza stampa annunciando che la prima tappa saranno le amministrative nei 39 comuni della provincia di Messina che li vedranno presenti non con lista Udc ma a sostegno di candidature che saranno valutate di caso in caso. L’Udc rimasta Udc guarda al centro-destra sia a Roma che a Palermo e Messina anche se i presenti all’incontro non si sono voluti sbilanciare più di tanto, ma è chiaro che se D’Alia guarda a Renzi, Cesa guarda in direzione opposta, soprattutto in Sicilia.
Sono 10 i componenti di un Coordinamento che possiamo definire di “rifondazione” e tutti, tranne Frazzica hanno ricoperto ruoli dirigenziali nel partito: Gaetano Cambria (funzionario del Ministero, dirigente Udc) , Francesco Clemente (già segretario provinciale Ccd e consigliere provinciale Udc), Sandro Cuzari (già dirigente provinciale Udc, capo ufficio stampa Cas), Emilio Passaniti (ingegnere, già dirigente Udc),Diego Perrone (docente universitario, già dirigente Udc), Rosario Sidoti (già componente della direzione nazionale Udc, ex assessore provinciale), Nathial Soraci (già dirigente Udc), Filippo Spadaro (revisore dei conti Udc), Carmelo Torre (ex presidente della Provincia e dirigente Udc).
Insomma il gruppo storico che fa riferimento all’ex deputato Pippo Naro ha scelto di restare in casa Udc e andare avanti, sempre restando al centro.
“C’è chi ha pensato di dire dopo di me il diluvio, invece oggi c’è il sole e non pensiamo pioverà affatto-commenta Frazzica con chiaro riferimento a D’Alia- Oggi iniziamo un lungo cammino convinti che ci sia bisogno di buona politica. Siamo mossi dalla voglia squisitamente politica di operare e siamo pronti alle diverse elezioni che abbiamo davanti, amministrative, Regionali e Politiche”.
Non ci sarà nessun Congresso regionale perché i tempi sono strettissimi, ci saranno incontri in vista delle amministrative di giugno e una serie di documenti programmatici sulle questioni vitali del territorio.
Come spiegano Soraci, Sidoti e Clemente “siamo un partito aperto ed accogliente ma l’organo direttivo è questo, siamo stati leali e fedeli all’Udc ma eviteremo fughe in avanti, personalismi e soprattutto non daremo il partito in mano a nessun singolo. Questa è una ricostruzione non una ristrutturazione”.
Il messaggio ai naviganti (ed ai “navigati della politica”) è chiaro: dopo l’addio delle truppe di D’Alia l’Udc è diventato appetibile e si sono creati ampi spazi da riempire, ma l’apertura al confronto non equivale alla consegna di un partito ad un gruppo. Al di là delle dichiarazioni di facciata “non abbiamo deciso se essere nel centro-destra”, l’Udc guarda più a Forza Italia che al Pd e non a caso, proprio in virtù degli spazi che si sono creati, nei mesi scorsi c’è chi ha guardato con interesse all’area di centro.
Se in un primo momento le indiscrezioni davano per imminente il passaggio dell’ex coordinatore di Forza Italia Roberto Corona, nelle ultime settimane la situazione si è raffreddata, mentre all’orizzonte spunta, con maggiori probabilità, l’area Genovese, come riportato da Tempostretto nei mesi scorsi (leggi qui).
Gli Udc al momento frenano, ci sarà tempo per alleanze e coalizioni “siamo aperti senza preclusioni- spiega Frazzica- Quanto a Genovese ho un rapporto splendido anche se mi ha rottamato ogni volta che i nostri percorsi politici si sono incontrati…., nel Ppi prima e nel Pd poi…..”, e ribadiscono la posizione di un partito che guarda ai moderati. Proprio quest’orientamento rende più semplice uno spostamento dell’area Genovese da Forza Italia all’Udc, magari in vista delle Regionali quando la lista azzurra sarà affollata. Non è escluso che esponenti come Emilia Barrile (cresciuta politicamente con l’Udc di Pippo Naro) optino per una lista più moderata rispetto a Forza Italia.
“Il gruppo dirigente è questo, siamo aperti ma non consegniamo il partito a nessuno”, ribadiscono i 10 del coordinamento pronti semmai a rafforzare l’Udc in termini di candidature, iscritti e presenza nel territorio. Tra ex consiglieri, ex assessori ed esponenti sia dell’Udc che di altri partiti, sono in tanti a guardare con interesse l’Udc rimasta “orfana” degli uomini di D’Alia ed anche tra gli attuali inquilini di Palazzo Zanca c’è chi sta facendo un pensierino….
“Probabilmente l’accordo ci sarà”, conclude Frazzica sottolineando quel “probabilmente”. Ma ottobre è vicino e gli avverbi in campagna elettorale durano lo spazio di un mattino.
Rosaria Brancato