E’ la questione morale il punto cruciale della Direzione regionale del Pd, nel corso di una lunghissima riunione al San Paolo Palace Hotel di Palermo.
Certo, ci sono le problematiche relative al Congresso e la lotta tra correnti, c’è il nodo Megafono e i rapporti con Crocetta, ma il punto più caldo è la questione morale fattasi prioritaria non solo alla luce delle vicende di Messina ma anche per le altre inchieste-terremoto.
Ed infatti il segretario regionale Giuseppe Lupo invertendo l’ordine del giorno della Direzione regionale (al tavolo, tra i componenti della direzione c'è la messinese Liliana Modica) inizia il suo intervento proprio da questo tema: "Per il Pd questa è un’occasione straordinaria, siamo unica speranza per la Sicilia. Adesso governiamo quasi ovunque. Il nostro sostegno a Crocetta è convinto, stiamo lavorando sulle incompatibilità. Occorrono norme di partito e norme di legge per rafforzare la buona politica. Vogliamo essere più crocettiani di Crocetta sui temi dell’antimafia, sulla trasparenza, sulla moralità. Sono i nostri valori e sono fondativi del nostro partito. Per questo siamo al fianco di Crocetta e a sostegno del governatore sul tema della incompatibilità”.
L’invito a norme, un Codice etico, per rafforzare la “Buona politica” porterà nel corso della giornata ad un documento sulle incompatibilità e sui conflitti d’interesse. L’intervento del segretario regionale, che tra l’altro, lo ha ricordato, è commissario del Pd a Messina dopo l’assemblea dell’8 luglio, è stato il primo di un lunghissimo dibattito. Sulla questione morale sono intervenuti in tanti, compreso il governatore Crocetta, che, da vera star, è arrivato poco prima delle 13.00 ed è andato via poco dopo aver lanciato il siluro: la candidatura di Nelli Scilabra (assessore alla Formazione) alla segreteria regionale.
“Il Megafono non è un partito, è un'idea. Io non abbandono il Pd, è il mio partito e voglio fermare il degrado. Meno male che non ho ubbidito al Pd, mi avrebbero imposto Cocilovo assessore, che qualche problema con la formazione ce l'ha o Crisafulli. Per quel che riguarda la formazione, la colpa è dei vertici del partito che non hanno capito che a Messina c’era un certo clima. Mi avete chiesto la testa di Nelli Scilabra, forse perché ha messo mano nella moralizzazione della formazione? Se volete davvero cambiare eleggetela come segretario regionale. Una giovane onesta simbolo del cambiamento. E se non vi piace come guido il governo fatemi pure una mozione di sfiducia”.
Parte del dibattito si è snodato sul tema dei rapporti con la giunta regionale e parte sulla necessità di regole per la questione morale, che non riguarda solo Messina, come fatto notare da più parti, ricordando i casi dell’arresto di Gaspare Vitrano, ex deputato regionale Pd o di Francesco Riggio, che è stato candidato del Pd.
“Più volte ho denunciato la situazione politica del Pd a Messina- ha tuonato poco dopo le 14 la presidente dell’Assemblea del Pd in riva allo Stretto, Angela Bottari- una situazione insostenibile. Il tesseramento è stato gonfiato. Non esiste una sede del Pd cittadino, si trova nei locali della segreteria di Francantonio Genovese. I bilanci non sono mai stati approvati. Tanti circoli sono fittizi. Ci sono responsabilità evidenti in questa gestione da parte degli esecutivi regionale e nazionale”.
Come dire che, in tanti, nonostante le segnalazioni, hanno trovato più comodo girarsi dall’altra parte, come hanno fatto notare Antonello Cracolici “le inchieste da due anni investono esponenti del partito, ma alle regionali abbiamo candidato Francesco Riggio” (poi arrestato nell’inchiesta sul Ciapi) e Lillo Speziale: “la questione morale è stata girarsi dall’altra parte quando non ci siamo occupati della vicenda Vitrano o del Ciapi, o quando abbiamo regalato pacchetti di tessere ai notabili, o alle primarie abbiamo preso più voti che alle Politiche. Adesso non possiamo fare come gli struzzi e arrivare come partito dopo le inchieste”.
La questione morale entra quindi in ogni tematica affrontata, come quella relativa alle regole per il Congresso, all’elezione del segretario regionale o ai tesseramenti. Il deputato regionale Fabrizio Ferrandelli, renziano, ha proposto le primarie aperte per il segretario regionale: “ Dobbiamo superare la logica dei signori delle tessere. A Messina quasi tutti i circoli sono appannaggio di Genovese. Le primarie aperte, possono fronteggiare la questione morale”.
Iniziata in tarda mattinata la direzione si è conclusa nel tardo pomeriggio. Il documento sul conflitto d’interessi è stato approvato nel pomeriggio e parte dal presupposto che il partito è di fronte “ad una nuova fase che sta portando a svelare intrecci e malaffare ed è compito della buona politica mettere in atto regole per liberare la Sicilia da un sistema perverso di intermediazione affaristica,ed in alcuni casi mafiosa, in settori cruciali dell’economia e della burocrazia”. Nel documento il Pd dà pieno sostegno alla magistratura, ricordando il principio di non colpevolezza, e sottolineando cone nel frattempo il partito abbia sospeso i tesserati coinvolti. Nel documento si aggiunge come sia un fatto di opportunità per gli interessati, sia direttamente che indirettamente, sospendersi da incarichi istituzionali, a prescindere dal corso delle indagini “ La questione morale è una questione politica”. Le regole nuove individuate dal documento mirano ad evitare ogni forma di conflitto d’interessi tra chi ricopre un ruolo istituzionale e poi direttamente o indirettamente (attraverso familiari e congiunti) opera, attraverso attività, imprese e società, per un’amministrazione pubblica. Il documento lancia poi una freccia al cuore del Megafono di Crocetta vietando la cosiddetta “doppia militanza”, ovvero l’appartenenza in ruoli istituzionali (quindi, consiglieri, assessori, deputati) al Pd e al tempo stesso ad un “movimento” con il quale però si è stati eletti. Insomma, un messaggio per il governatore: o dentro o fuori. E il Presidente, che pare stia pensando alla “scalata” alla segreteria nazionale del Pd, sicuramente non porgerà l’altra guancia…
Rosaria Brancato