"La sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Messina nel procedimento tributario sul Caf Fenapi è in buona parte favorevole al contribuente". La difesa del Caf e del presidente Carmelo Satta (Prof. Raffaello Lupi – Avv. Emiliano Covino – Avv. Giovanni Mannuccia) ci tiene ad evidenziare che la sentenza conferma che "non ci sono stati artifizi e raggiri ma solo questioni interpretative di natura formale che hanno indotto la stessa Commissione Tributaria, già in primo grado, a riconoscere le ragioni del Caf Fenapi per oltre il 50% dei costi contestati mentre per la rimante parte ne ha negato con argomentazioni fumose e formalistiche la deduzione di costi senza i quali l’attività del Caf sarebbe realmente impossibile, a meno di pensare che i documenti si raccolgano e le dichiarazioni si compilino pronunciando formule magiche. Un'ipotesi è che proprio il clamore mediatico abbia spinto i giudici a non smentire del tutto l'impianto accusatorio: come se il compenso pagato fosse deducibile non solo descrivendo il servizio ricevuto, ma si dovesse anche specificarne i parametri per determinare il prezzo, come le materie prime e le ore di lavoro, quasi fossero appalti pubblici".
Fenapi farà appello alla Commissione Regionale "contro le ingiustificate titubanze della Ctp, per il totale riconoscimento delle ragioni del Caf, anche alla luce della recente ordinanza del Tribunale del Riesame che ha totalmente annullato tutte le misure cautelari in capo agli indagati ed al Caf. Ci preme sottolineare che la forzatura dell’Ufficio di procura è stato inenarrabile: è apparso a tutti noi giuristi come un vero e proprio tentativo di voler anticipare condizionandolo anche il verdetto dell’unico organo giurisdizionale che ha l’esclusivo titolo a sentenziare in materia fiscale e tributaria cioè la Commissione Tributaria".