Sulla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea il sindaco di Furnari Mario Foti si è sempre impegnato in prima linea per denunciarne le irregolarità e i disservizi, e adesso che il Tar di Catania, con tanto di sentenza, ha chiarito che i lavori d’ampliamento del sito sono irregolari, il primo cittadino vuol mettere “i puntini sulle i”.
“Nei prossimi giorni valuteremo, alla luce della sentenza, se sia il caso di procedere con un’azione di risarcimento- scrive Mario Foti- nel frattempo ci stupisce la sorpresa di Tirrenoambiente, che gestisce da anni una discarica che ha rappresentato un atto di violenza e prepotenza nei confronti della comunità di Furnari, in merito alla sentenza. La società ha presentato un progetto d’ampliamento ben sapendo che la distanza dal centro abitato era di 200 metri, nonostante la popolazione da dieci anni protestava per le condizioni del sito”.
Il primo cittadino di Furnari è arrivato anche a inoltrare esposti in Procura, oltre che a rivolgersi regolarmente alla Regione ogni qualvolta c’era qualcosa che non “quadrava” a proposito dello smaltimento dei rifiuti a Mazzarrà. Oltre ai 200 metri dal centro abitato, Foti, ha sempre contestato anche le condizioni di accesso al sito, attraverso un torrente e senza che sia mai stata realizzata una viabilità adeguata al fatto che la discarica raccoglie rifiuti provenienti da numerosi comuni, Messina compresa.
“Le sentenze del Tar dimostrano- continua Foti.- che se le precedenti amministrazioni di Furnari si fossero opposte, nel 2001,2006 e 2008, con gli opportuni modi e nelle sedi opportune, si sarebbe evitato questo scempio ambientale ed il gravissimo danno alla comunità furnarese. Questi provvedimenti infine dimostrano come sotto il profilo amministrativo, oltre che penale, la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea sia stata un crogiuolo di interessi illegali e criminali che hanno devastato, inquinato e condizionato il territorio, le Istituzioni locali ed il tessuto sociale. Fenomeno per il quale non è mai troppo tardi procedere ad un’azione di bonifica e risanamento”.
La sentenza del Tar nei prossimi giorni comporterà sicuramente ulteriori conseguenze nello smaltimento dei rifiuti anche a Messina, compreso il rischio di un’emergenza. Se negli anni scorsi si fosse provveduto a continuare nel percorso d’individuazione di siti a Messina (come l’impianto di Pace improvvisamente bloccato) e di metodi moderni piuttosto che proseguire con la “politica del buco”che comporta anche la spesa di 10 milioni di euro l’anno, adesso non ci ritroveremmo a dover fare i conti con l’emergenza.
Rosaria Brancato
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