Chi vince: M5S e Lega. Chi perde: Renzi, Berlusconi, Miccichè, Grasso, D’Alema

I VINCITORI: M5S E LEGA

Le urne del 4 marzo consegnano un’Italia che al Nord è di centro-destra a trazione leghista e al sud è a 5stelle.

Se stando alle coalizioni il centro-destra sul piano nazionale supera il 37% (con la Lega che sorpassa Forza Italia) per quanto riguarda il M5S è senza ombra di dubbio e di gran lunga il primo partito.

I vincitori di queste Politiche sono quindi Di Maio e Salvini ed in entrambi i casi si tratta di un sonoro schiaffone al Pd ed all’ennesimo tentativo di resuscitare Berlusconi.

E’ l’Italia che cambia, l’Italia che taglia i ponti con la politica del passato ed apre una nuova stagione. Sarà difficile trovare una maggioranza ma questo sarà tema da dibattere nelle prossime settimane.

Nella Sicilia appena uscita dalla vittoria del centro-destra alle Regionali, adesso è il M5S a fare cappotto ed a vincere in tutti i collegi uninominali, trascinando anche il proporzionale e superando il 47% e mettendo all’angolo la Forza Italia di Miccichè che ha preferito affidarsi alle sfilate e ai reality che non ai congressi. A Messina non c’è storia: gli uscenti D’Uva e Villarosa sbaragliano i rivali nei due collegi uninominali Camera e Grazia D’Angelo bissa la pupilla di Miccichè Urania Papatheu, contro la quale si erano levati gli scudi di mezzo partito. Agli eletti all’uninominale andranno aggiunti i seggi del proporzionale.

Se la coalizione di centro-destra tiene ed è prima lo deve soprattutto alla Lega di Salvini che annuncia che sarà lui a dare le carte. Il Nord è leghista con le stesse percentuali del M5S a Sud. La Lega supera di più di 3 punti Berlusconi e porterà a casa anche la Regione Lombardia.

I PERDENTI: RENZI, BERLUSCONI, MICCICHE’, BERSANI, GRASSO

Il Pd renziano cola a picco, registrando il peggior risultato degli ultimi decenni e di fatto segnando la fine dei Dem. Uno striminzito 19% a livello nazionale che in Sicilia crolla a meno di 14% . Solo a Messina, per la presenza di Navarra recupera 4 punti di percentuale ma complessivamente questo risultato del Pd, unito al pessimo esito per Liberi e Uguali, segna il punto più basso e l’uscita di scena del centro-sinistra. In Liberi e uguali crollano i big nelle sfide uninominali mentre nel Pd si salvano in pochi e solo nei Collegi blindatissimi. Se Renzi, responsabile di aver portato il Pd contro un muro, è pronto a lasciare quel che resta del partito, tra i perdenti ci sono anche Bersani, D’Alema, Grasso, che ingaggiando una guerra interna hanno di fatto spianato la strada alla fine. I siciliani non hanno affatto dimenticato i 5 anni di Crocetta e del centro-sinistra e hanno continuato a rendere pan per focaccia al Pd nelle urne. Il crollo è stato più forte di quello delle Regionali.

Se il Pd perde dalle Alpi alle Madonie nel centro-destra lo psicodramma è tutto meridionale e soprattutto siciliano.

Nell’isola infatti il duo Miccichè-Berlusconi nel predisporre le liste è riuscito a dissipare quanto appena 4 mesi fa aveva portato la vittoria di Musumeci alla Regione. Abbagliati dai sondaggi e dai ricordi del passato, i forzisti hanno riempito le liste di candidati improbabili, che si sono squagliati come neve al sole nelle sfide uninominali. Miccichè annunciava di voler fare come nel 2001 con il 61 a 0, ma quello zero è toccato a lui….. Così se le velleità di Berlusconi si sono infrante contro le percentuali della Lega al Nord, quelle al Sud sono state spente dal M5S. Una nota in più riguarda Messina dove la base del centro-destra ha apertamente contestato le candidature di Urania Papatheu e Matilde Siracusano mentre Francantonio Genovese non ha affatto digerito (e si vede) il no alla candidatura del cognato Franco Rinaldi. Tra disimpegno, aperta protesta e preferenze per i due rivali (D’Uva o Navarra), Forza Italia ha perso gli Uninominali messinesi, persino nella roccaforte della zona tirrenica dove è stata schierata Mariella Gullo, fedelissima di Genovese.

Tra i perdenti anche la Bonino, che ha vinto all’Uninominale ma che con +Europa non è andata oltre il 2,6%. Peggio ha fatto il ministro uscente Beatrice Lorenzin con la lista Civica Popolare, con percentuali ai minimi termini anche a Messina terra di D’Alia, tra lo 0,7 e un risicato 1%.

Da oggi è già resa dei conti. Cadranno le prime teste.

Rosaria Brancato