LE DICHIARAZIONI DI BEPPE PICCIOLO (segretario regionale Sicilia Futura)
Musica nuova oggi in Città!Aria di “sbaraccamento” dei vecchi schemi politici del “do ut des"! Sicilia Futura ha creduto nella Agenzia per il Risanamento e l'ha difesa… senza neanche battere ciglio! Ha difeso un diritto di una Città mortificata da troppi anni, ha difeso il diritto alla speranza di poter cambiare questo territorio offeso e degradato! E non lo ha fatto su pressione occulta di dimissioni del Sig. Sindaco (che forse in modo provocatorio le ha poste sul tavolo …ottenendo, per quanto riguarda il nostro Gruppo, proprio il rischio di un effetto opposto). Da oggi siamo tutti più sereni ma ancor più motivati ad andare avanti per questa strada di attenta partecipazione alla vita politica dell’Aula Consiliare. Che vuol dire in parole semplici …a ciascuno il suo ruolo nel rispetto delle reciproche prerogative e competenze! Il Ventennio (di cui oggi tristemente ricordiamo gli 80 anni delle Leggi razziali) rappresenta un periodo buio per il Paese, anche se per certi versi molto fattivo! Ma le oligarchie, anche se animate da buoni propositi di risanamento dei…costumi ( Bonifica agro pontino, perequazione sociale, Inail efficiente…ecc ), poi si sfracellano contro le democrazie partecipate! Mai lassismo, ma sempre libertà di esprimere le proprie opinioni! Su questo, spero alla unanimità, non ci sono “dimissioni”che tengono!
#Buddaci/si/ma/fìssa/no
LE DICHIARAZIONI DI GIANFRANCO SCOGLIO (ex ass. ed ex city manager)
Ora la responsabilità passa alla Regione che dovrà finanziare l'acquisto degli immobili o la loro costruzione. Permangono i dubbi su una norma regionale di dubbia interpretazione ed applicazione. In particolare l'Assessorato regionale dovrà chiarire le modalità ed i termini del passaggio del patrimonio dall'IACP all' Agenzia, la natura dei rapporti "attivi e passivi" trasferiti ex lege, garantire il finanziamento anche per gli anni successivi per il funzionamento del nuovo ente mentre il Comune dovrà assicurare comunque tempi certi l'approvazione di eventuali modifiche ai piani di risanamento la cui competenza urbanistica rimane incardinata all' Ente locale.
Detto ciò ed al netto di ogni favorevole giudizio, in caso di positivo riscontro del mercato immobiliare, per l'accelerazione impressa dal Sindaco e dal Consiglio ad una tematica così complessa, dobbiamo però fare i conti con la verità.
Il risanamento a Messina non si è attuato in primo luogo perchè la politica, fino ai nostri giorni, ha utilizzato la L.r. n. 10/90 a proprio uso e consumo e poi perchè la Regione non ha rifinanziato la L.r. 10/90 .
Solo uno sciocco potrebbe pensare che i nuclei storici delle baracche del 1908 siano quelli esistenti. Allo stato residuano a Messina solo due costruzioni in legno post terremoto ed entrambe sono state oggetto di vincolo di conservazione da parte del PRG Comunale. La legge sul risanamento è stata utilizzata dalla politica per creare consensi attraverso sacche di clientela.
Basti pensare che dal primo censimento del 1998 (i requisiti erano di avere la residenza anagrafica nelle zone di risanamento da almeno tre anni e quindi dal 1995) si è alimentata l'illusione che per potere avere un alloggio a canone sociale, da riscattare successivamente a prezzi irrisori, bastava insediarsi in alloggi fatiscenti.
E' accaduto quindi che per ben tre volte (da ultimo nel 2018) il legislatore regionale con la legge finanziaria ha sanato l'abusivismo riconoscendo il diritto dei nuovi occupanti ad ottenere, a spese dei contribuenti, un alloggio purchè in stato di disagio economico e sociale.
Per tale motivo non sono stati previsti nell'ambito dei piani di risanamento "alloggi volano" che consentissero la temporanea allocazione dei nuclei familiari, oggetto dell'originario censimento, nelle more della costruzione degli alloggi popolari.
Inoltre, con una legislazione unica al mondo, si è consentita la trasmissione del diritto di abitazione in favore non solo degli eredi legittimi ma anche di familiari purchè conviventi.
Ciò ha creato una vera e propria "tela di Penelope" , la cultura della baracca ed un ingiustizia sociale nei confronti delle nuove generazioni che, a parità del medesimo stato di bisogno, non hanno potuto usufruire del regime di aiuto perchè fuori dagli ambiti di risanamento e sprovvisti del requisito di convivenza familiare.
Dal 1990 ad oggi l'IACP ha realizzato più di 600 alloggi che, al netto delle sanatorie e della trasmissione del diritto di abitazione, sarebbero stati sufficienti a garantire agli originali nuclei censiti il godimento di un’ abitazione. A questi alloggi vanno aggiunti quelli realizzati dallo Stato ed assegnati ai Comuni. La maggioranza dei vecchi alloggi è stata oggi riscattata dagli usuari a prezzi sociali.Le famiglie che ancora abitano in condizioni di disagio sono più di 2200 mentre quelle che già usufruiscono di un alloggio, in larga misura, non pagano il canone sociale alimentando il disavanzo per le somme necessarie agli oneri manutentivi a carico della collettività.
Parte di loro, per mantenere i requisiti di legge, sono invisibili per il fisco e non pagano i tributi comunali. La speranza è che con l'ultimo censimento si ponga finalmente fine a questa "vergogna" e che l'Agenzia ripristini la legalità violata ponendo fine ad una disparità sociale e si possa finalmente occupare delle politiche per la casa anche in favore delle giovani coppie, degli immigrati e di tutti coloro che vivono in stato di disagio in una città con uno dei più alti indici di disoccupazione giovanile. Nel contempo però il Comune deve consentire la realizzazione di tutti quei processi, sospesi dalla precedente amministrazione, e capaci di rilanciare lo sviluppo economico della città perchè senza crescita non vi sarà abitazione sufficiente a fornire adeguata risposta alle nuove forme di povertà.
L'acquisto di alloggi già esistenti sul mercato, necessario per le risposte immediate, sarà inutile se contestualmente non si demoliranno i manufatti abusivi risanando le periferie. Occorre che il nuovo P.R.G. preveda scelte in favore della rigenerazione urbana coinvolgendo i privati.
Le abitazioni che eventualmente saranno acquisite infatti non rimetteranno in modo l'economia perchè pur fornendo un adeguata risposta al disagio sociale, avvantaggeranno solo chi si è visto travolgere dalla crisi del settore immobiliare ed oggi, pur di contenere le perdite, venderà a basso costo. Occorre che Messina diventi un cantiere aperto per rimettere in moto il settore dell'edilizia mediante la rigenerazione urbana delle periferie e le necessarie infrastrutture pubbliche.
In bocca al lupo alla nuova Agenzia ed a chi avrà il gravoso compito di rispettare gli impegni presi con la Città.