Occhi azzurri, capelli chiari. Le fattezze sono quelle di un angelo, la dolcezza del viso conferma la purezza contenuta in quei colori. Lineamenti che colpiscono e che fanno ancor più effetto, in senso però positivo, osservandoli nel contorno generale: quello dell’uniforme da carabinieri. Ad indossarla è Alessia De Luca, unica esponente del gentil sesso fra le file del comando interregionale Culqualber. E’ toccato a lei leggere la preghiera durante la cerimonia per il 198° anniversario della fondazione dell’Arma, celebrato alla Caserma Bonsignore.
Mentre cerchiamo di rivolgerle qualche domanda, i nipotini la circondano e la assalgono di abbracci, affascinati dalla divisa e dalla spada appesa alla cinta che le lega la vita. Ogni cosa conquista l’attenzione dei bambini, che non smettono un attimo di chiamarla “Zia, zia, zia” e il giovane Capitano non può che esserne felice: «Non ci vediamo spesso, quindi quando mi “beccano” non mi lasciano un attimo». Legittimo, così come legittime sono le foto di rito scattate con i parenti, perché la bellezza dell’uniforme, rimane immutato, sia essa indossata da una donna o da un uomo.
Alessia, arruolata dal 2003, dopo aver trascorso un periodo a Roma, nell’ottobre 2010 è stata trasferita al comando di Messina, impiegata presso l’ufficio logistica. La giovane donna è originaria della città dello Stretto ed è qui che spera di rimanere a lavorare, soprattutto per riuscire a conciliare il ruolo occupato nell’Arma e la vita privata. Il capitano è madre di due figli, di quattro e sei anni, che necessitano di altrettanto impegno e attenzione. Il prossimo passaggio di grado avverrà nell’agosto 2014, con la qualifica di Maggiore: «Mi auguro di restare a Messina, se così non dovesse essere vedremo di organizzarci», l’ultima battuta prima di venire “rapita” da figli e nipoti. Un sequestro lampo che questa volta è proprio il caso di lasciare “impunito”. (ELENA DE PASQUALE)
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