Lo ripetono da settimane. Quello che rischia di esplodere è un dramma con un doppio risvolto: sociale ed occupazionale. Per capirlo basta elencare qualche numero: 95 lavoratori a rischio licenziamento, 200 insegnanti pronti a lasciare le scuole in cui fino ad oggi hanno lavorato, circa 3200 alunni e 73 istituti scolastici che perderanno il servizio mensa e allo stesso tempo la possibilità di effettuare il tempo pieno. Sono tutti i numeri dell’emergenza che ci si ritroverà davanti il 21 dicembre, giorno in cui scade la proroga del bando che ha garantito il servizio mensa nelle scuole messinesi e che allo stato attuale non può in alcun modo essere rinnovato. La ditta La Cascina che fino ad oggi ha garantito il servizio ha già messo in mobilità i lavoratori. Al rientro dalle vacanze natalizie i bambini non troveranno più quel servizio fondamentale per centinaia di famiglie, soprattutto nei quartieri difficili. La Cgil prova il tutto per tutto per scongiurare che ciò accada. E lancia una petizione popolare rivolta a tutti i cittadini, anche a chi non subirà le dirette conseguenze della cancellazione di questo servizio perché è una battaglia di civiltà, hanno spiegato oggi i segretari della Filcams Cgil ed Flc Cgil Carmelo Garufi e Graziamaria Pistorino insieme al segretario generale del sindacato Lillo Oceano. Le ripercussioni saranno su tutto il sistema scolastico.
La segretaria Pistorino ha ricordato che a Messina già solo il 5% degli istituti riesce a garantire il tempo pieno, a Milano sono addirittura il 95%. Senza le mense in 105 sezioni di scuola dell’infanzia e 92 classi di scuola primaria si dovrà dire addio alle ore pomeridiane a scuola che in molti quartieri significa dare la possibilità ai bambini di avere un luogo sicuro in cui trascorre le giornate, un luogo in cui sono seguiti e hanno la possibilità di continuare a studiare con l’aiuto degli insegnanti. Senza dimenticare che in città il 40% delle famiglie degli alunni hanno un reddito Ise che non supera i duemila euro e quel pranzo garantito a mensa rappresenta l’unico pasto completo per molti bambini. “Siamo fortemente preoccupati per la chiusura del servizio mensa che, a meno di soluzioni immediate, al momento appare inevitabile. Dimezzando il tempo scuola si dimezza il personale impiegato, cioè 197 perdenti posto nel comune di Messina. Inoltre il tempo pieno è un modello didattico che, attraverso l’apprendimento a scuola, cerca di ridurre al minimo le differenze dei punti di partenza culturali delle famiglie” dice la segretaria della Flc Cgil Pistorino.
Carmelo Garufi, segretario della Filcams Cgil ha evidenziato il duplice dramma dei lavoratori del servizio mensa che non solo dal 21 dicembre resteranno a casa ma che, una volta licenziati, anche nel caso di una eventuale ripresa del servizio non saranno più garantiti dalla norma che prevede il passaggio dei lavoratori in caso di cambio gestione. “In un momento di grave crisi come l’attuale , Messina non ha certo bisogno di perdere altri 95 posti di lavoro- osserva Garufi-. Ulteriori 95 famiglie che non sapranno come sbarcare il lunario”.
Per il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, le difficoltà economiche del Comune di Messina e ancora prima una malsana gestione della regolare attività amministrativa del Comune da parte di chi lo ha governato, sta provocando lo smantellamento di tutti quei servizi che sono stati la conquista degli anni ’90 e che hanno garantito sostegno alle famiglie sia nei casi di difficoltà che in termini di parità di chance rispetto al resto del Paese. “Oggi chiediamo al commissario Croce di salvaguardare questo servizio che rappresenta un fondamentale strumento di supporto alle famiglie e ai bambini della nostra città . Non sono loro a dover scontare gli effetti di una politica dissennata fatta di sprechi, di consulenze, di parcelle astronomiche ad amici e sodali” ha sottolineato il numero uno della Cgil messinese. (Francesca Stornante)