cronaca

Droga in carcere a Barcellona, anche i minorenni coinvolti nello spaccio

Cominciano oggi i faccia a faccia tra il giudice Salvatore Pogliese e le nove persone arrestate con l’accusa di spaccio di droga anche dentro il carcere di Barcellona. Agli interrogatori di garanzia prenderanno parte anche i due pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia titolari dell’inchiesta, Fabrizio Monaco e Francesco Massara.

Tutti i nomi

Simona Costa (42 anni)Luigi Crescenti (40), Francesco Esposito (49) tutti di Messina; Tommaso Costantino (21) , Maria Gnazzitto (43) di Barcellona; Salvatore Nania (42) di Acerra; infine i milazzesi Francesco Perroni (33), Maria Rizzo (36), Francesca Alacqua (29), tutti in carcere tra Messina, Barcellona, Catania e Castrovillari, potranno decidere se rispondere alle domande del Gip, fornendo la loro versione ed eventualmente respingendo le accuse, o avvalersi della facoltà di non rispondere. Saranno accompagnati dai difensori, gli avvocati Giuseppe Bonavita, Giuseppe Carrabba, Sebastiano Campanella, Antoniele Imbesi, Giuseppe Coppolino.

La droga in carcere e i rifornimenti a Messina

Due le “bande” di spacciatori scoperte dalla Polizia, all’interno delle quali avevano un ruolo centrale le donne, a cominciare da Simona Costa, incaricata dal compagno Francesco Esposito, detenuto al Madia di Barcellona, di far entrare la droga in carcere attraverso i pasti. Droga destinata agli altri carcerati, previo pagamento da parte dei parenti all’esterno. Crack, cocaina, hashish e marijuana le sostanze spacciate, acquistate sulla piazza di Messina.

I figli minorenni complici degli spacciatori

C’è di più: per i rifornimenti di droga e per conservare lo stupefacente i pusher si sono avvalsi in più di una occasione dei figli minorenni, che avevano ruoli operativi in tutte le fasi dello smercio: dalle operazioni per recuperare i cellulari adoperati per le conversazioni criptate dentro e fuori il penitenziario, alla vendita al dettaglio dello stupefacente, passando per i rifornimenti ed il confezionamento delle dosi. Due i giovanissimi finiti nell’inchiesta, per i quali procede la giustizia minorile.