E’ arrivato il momento di far chiarezza in merito alla Reunion degli storici Kunsertu e al gruppo che l’ex cantante Pippo Barrile ha messo in piedi sempre con lo stesso nome.
All’origine di una reunion c’è sempre il bisogno di capire perché dopo 21 anni di assenza dal grande pubblico, una band sente la necessità di riproporsi, specie se tutto è vertiginosamente cambiato e non ci sono più riferimenti di alcun genere.
Nel 1995 avveniva lo scioglimento del gruppo per innumerevoli ragioni storiche,umane,artistiche e contrattuali, un ciclo si chiudeva definitivamente.
Le varie anime vaganti prendevano percorsi personali e artistici differenti.
Nascevano progetti artistici e discografici di caratura internazionale come Dounia (con Faisal Taher) e Nemas ( con Maurizio Nello Mastroeni, Giacomo Farina, Roberto De Domenico, Egidio La Gioia) ,ma un filo invisibile li teneva vicini alla casa comune Kunsertu. Anzi l’esperienza maturata rafforzava il loro legame artistico, umano e di stima reciproca.
Mentre sull’altro versante da oltre 13 anni si era interrotto definitivamente ogni rapporto artistico e umano con l’ex cantante Pippo Barrile.
OGGI il gruppo si rimette in piedi come nuova piattaforma artistica, dove far confluire l’eredità di un passato pregnante dal punto di vista politico, sociale, culturale e dove il consolidato melting pot esprime una nuova visione musicale che interagisce con i tumultuosi fatti del mondo.
Non è un caso se lo storico cantante arabo è nel gruppo, perché con Faisal Taher si continua a parlare della bruciante ferita della Palestina e del fenomeno immigrazione. Non è un caso se l’autore di quasi tutti i brani dei Kunsertu, Maurizio Nello Mastroeni , è chiamato con la sua sensibilità artistica a raccontarci della Turchia e dell’Africa, esperienze che in prima persona gli hanno permesso di creare pezzi di struggente bellezza. Non è un caso se Giacomo Farina,rappresentante legale, fondatore, artista, manager e direttore artistico del gruppo mette a disposizione un’esperienza trentennale per continuare la testimonianza sui problemi legati alla mafia, alla corruzione, alla mala politica. E che dire dello storico e vulcanico percussionista Roberto De Domenico , del talentuoso batterista Franco Barresi (presente nell’album “Fannan” e componente stabile dal 1993 al 1995) con all’attivo decine di collaborazioni con artisti del panorama italiano e non solo). A questi si aggiunge Egidio La Gioia che in passato ha collaborato con i Kunsertu coprendo i ruoli di batterista, fonico e backvocal : oggi voce leader.
Dunque, la reunion dei Kunsertu e la scommessa di propèndere verso nuovi linguaggi conta ben sei elementi della vecchia formazione; a questo punto è legittimo parlare di reunion vero?
Affrontiamo il versante Kunsertu di Pippo Barrile, ex frontman, interprete e voce italiana del vecchio gruppo.
L’operazione che ha messo in piedi è di natura meramente commerciale/nostalgica ed ha consegnato irragionevolmente nelle mani di perfetti sconosciuti 30 anni di storia!
Le trattative iniziali di una sua saltuaria presenza all’interno della band storica erano in itinere quando, si scopre che in data 21/04/2016 lui insieme ad altre due persone si recano alla Camera di Commercio di Catania e presentano domanda con l’intento di rilevare il marchio Kunsertu, che a tutti noi era costato 30 anni di sacrificio ed impegno. Lo ha fatto senza coinvolgerci e invece scegliendo due persone che risultavano estranee a questo percorso storico
Ecco la differenza sostanziale fra i due gruppi! La presenza sul palco dei Kunsertu storici si schiera contro le guerre e con i profughi, abbraccia e sostiene le cause dei disoccupati e di nuova economia sostenibile. Fare musica significa sapere da che parte stare, quale direzione prendere, quanta libertà di azione metti sul piatto della bilancia senza rincorrere business e leggi di mercato,significa non fare “specchietto per allodole”. Fare musica significa saper pensare e creare nuove melodie, aprire nuovi mondi e scardinare sistemi.
Ovviamente il pubblico rimane l’unico vero giudice di questa faccenda.
Giacomo Farina