Era luglio quando il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo venne scelto quale reggente di un partito cittadino alle prese con la batosta elettorale, le dimissioni del segretario e le inchieste sulla formazione. Era il 6 agosto quando Giuseppe Lupo ribadiva gli impegni assunti sul caso Messina, dall’azzeramento dei circoli allo staff di reggenza passando per il tesseramento e la sede del Pd. Il 13 settembre non c’è traccia di alcuna decisione presa in due mesi, silenzio che tra l’altro rischia di protrarsi visto che nei prossimi giorni il segretario regionale del Pd e reggente cittadino Giuseppe Lupo diventerà assessore della giunta Crocetta.
Dopo aver atteso a lungo risposte i Pd dello Stretto delle aree Renzi, Civati e Territori Democratici, hanno deciso di non aspettare oltre e chiedere a Lupo la convocazione urgente della direzione provinciale.
Mentre il resto del Pd in Italia e in Sicilia corre, Messina sembra essere “congelata” in una situazione di stallo senza via d’uscita. Ma, sotto sotto, spiegano gli esponenti delle tre aree, qualcosa si muove e si muove, per dirla con il Gattopardo “per far sì che tutto resti come prima”, come sembra emergere dall’avvio del tesseramento in alcuni circoli nonostante sia stato concordato con Lupo l’azzeramento in vista di nuove regole chiare.
Nel documento inviato al reggente Russo, Quero, D’Arrigo, Hyerace, Giuppi Siracusano, David e gli altri hanno ribadito la richiesta di convocazione urgente ed una serie di proposte per “ricominciare da zero” e ricostruire il partito, esattamente come stabilito al Giardino Corallo un mese fa.
“ In base a quanto emerge dalla semplice lettura dello statuto del Pd- si legge nella nota- appare evidente che la proliferazione dei Circoli, in molti piccoli comuni e a Messina, dove sono oltre 60, rappresenta una stortura indiscutibile. A Torino i circoli sono 10 a Milano 9, e nelle grandi città viene applicato lo statuto che quantifica il numero di circoli in base a quello delle circoscrizioni”.
Lo strano caso dei circoli messinesi, che risultano sei volte più di quelli di Torino, con il contestuale paradosso dell’assenza di una sede del partito, è stato più volte sottolineato al reggente, alla luce della necessità di una verifica su quelli realmente esistenti e concretamente operanti e sulla possibilità di azzerarli per istituire solo quelli previsti dallo statuto. Nel documento di oggi vengono avanzate anche alcune proposte che potrebbero favorire la riorganizzazione:
“I Circoli Territoriali dovranno tornare ad essere uno per Comune; nel Capoluogo uno per circoscrizione. L’attività dei circoli territoriali dovrà svolgersi in una sede, senza sovrapposizione con Patronati, CAF o segreterie elettorali di singoli esponenti politici”.
Gli esponenti delle aree Renzi, Civati e Territori Democratici chiedono inoltre l’insediamento della commissione per il Congresso e per il tesseramento che monitori in maniera trasparente l’organizzazione della fase congressuale e del tesseramento. Quest’ultimo dovrà svolgersi attraverso apposite “Giornate del Tesseramento” presso luoghi pubblici e in maniera concordata con la commissione.
I congressi di base si svolgeranno unicamente presso i nuovi circoli territoriali.
“Abbiamo aspettato, abbiamo riposto fiducia nella figura del reggente- spiega Giacomo D’Arrigo- ma probabilmente Giuseppe Lupo al momento è distratto da vicende personali. Ma il Pd a Messina non può aspettare oltre”.
Il segretario regionale, alle prese con le beghe nazionali e quelle regionali, con gli scontri quotidiani col governatore sulla vicenda Megafono, nonché in pole position per l’ingresso nella giunta Crocetta, non ha finora dato seguito agli impegni presi sin dal suo insediamento a luglio e poi ad agosto. Ma al Congresso il Pd dello Stretto dovrà andare esattamente come tutti gli altri e deve essere messo nelle condizioni di arrivarci. Ed è proprio questo che viene richiesto dal documento con il quale si invita Lupo ad “accendere il motore” con la convocazione della Direzione.
Una lettera analoga è stata spedita anche dal Pd di Milazzo, perché anche in provincia la situazione è problematica e viene sollecitato l’intervento del reggente.
“In caso contrario il rilancio e l’affermazione del PD- conclude la nota- come partito radicato e orientato al cambiamento, rischia di rimanere un percorso fallimentare di cui la classe dirigente del PD dovrà assumersi piena responsabilità di fronte ad una base per cui certe dinamiche non sono più accettabili”.
Rosaria Brancato