Cronaca

Duplice omicidio di Camaro, processo al giro di boa

MESSINA – E’ stata una udienza cruciale quella di ieri in Corte d’Assise a Messina, dove si celebra il processo per il doppio omicidio di Camaro del 2 gennaio dello scorso anno, vittime Giovanni Portogallo e Giuseppe Cannavò. Alla sbarra c’è Claudio Costantino, noto agli investigatori per i precedenti del mondo dello spaccio.

Cruciale perché al banco dei testimoni si è seduto il dottore Giovanni Andò, scelto dalla Procura come consulente per esaminare i copri di Portogallo e Cannavò, con l’obiettivo di chiarire alcune dinamiche e offrire indizi utili alla ricostruzione del fatto di sangue. Un medico legale esperto, il dottor Andò, “gettonato” sia dagli investigatori che da tanti difensori, che ha spiegato puntualmente come ha effettuato l’esame, come i corpi “gli hanno parlato” e cosa gli hanno detto, senza farsi mettere in difficoltà dal braccio di ferro tra Accusa e difese, dalle dinamiche processuali tipiche in questi casi.

E’ stata una udienza impegnativa, quindi, e cruciale per il processo, una di quelle che probabilmente sarebbe finita al centro di un crime-show, se il doppio delitto fosse avvenuto in una città del nord e non al sud, troppo spesso dimenticato dalla tv nazionale.

Il consulente ha in grossa sostanza confermato quello che ha scritto nel dossier consegnato alla fine della sua perizia, ed è su un passaggio in particolare che si gioca lo “scontro” tra il pubblico ministero e la difesa dell’imputato, affidata agli avvocati Carlo Taormina e Filippo Pagano, che come consulente medico hanno il dottor Cataldo Raffino, anche lui presente ieri in aula.

I corpi parlano?

Il punto centrale è la valutazione dei fori lasciati sul corpo dai proiettili, in particolare su quello di Portogallo, trovato riverso a terra, la notte del 2 gennaio, nello slargo poco lontano da casa di Costantino. Valutazione importante per stabilire che da che punto sono arrivati gli spari, che direzione hanno avuto i colpi e come sono entrati i proiettili. Portogallo è stato colpito alle spalle, cioè mentre fuggiva, dice l’Accusa, quindi non si può parlare di legittima difesa da parte di Costantino. Taormina ovviamente non la pensa così e ha messo sul tavolo, con l’ausilio di poster raffiguranti un copro umano, una ricostruzione diversa dei punti di ingresso e uscita, che è poi quella effettuata dal loro consulente.

La legittima difesa

“Contrariamente a quanto è scritto nel documento, il consulente, rispondendo alle domande dei difensori di Costantino, avvalora quanto sostenuto dal consulente della difesa, il dottor Cataldo Raffino, secondo cui le direzioni dei colpi escludono che il Costantino abbia sparato ai suoi aggressori alle spalle.”, dichiarano i difensori di Costantino.

Insomma le “schermaglie” non sono mancate e sarà il Collegio dei giudici, alla fine del processo, a trarre la ricostruzione con gli elementi più convincenti, per decidere la propria sentenza.

Gli esami balistici

Quando avvocati e pm hanno terminato di “mettere sotto torchio” il dottor Andò, la Corte ha aggiornato l’udienza, erano le 13 passate abbondantemente. Per tutto il tempo a seguire la testimonianza è rimasto lo stesso Costantino e alcuni dei familiari delle vittime, assistiti dalle avvocate Cinzia Panebianco e Angela Martelli.

Si torna in aula il prossimo 10 maggio per sentire tutti gli altri testimoni indicati dalla Procura, compresi i Carabinieri dei RIS che dovranno riferire in merito agli accertamenti balistici. Gli esperti scientifici sono tornati più volte a Camaro per analizzare la scena, trovando tracce anche alcune settimane dopo l’omicidio.

Intanto gli avvocati Taormina e Pagano hanno chiesto al presidente della Corte, il giudice Massimiliano Micali, di essere autorizzati alla esecuzione di rilievi, tramite microscopio comparatore, sui proiettili, bossoli e frammenti sequestrati.