cronaca

Duplice omicidio di Camaro, si “allunga” il processo

MESSINA- Ad un passo dalla fase finale e quindi dalla sentenza, la Corte d’Assise di Messina “riapre” il dibattimento che vede alla sbarra Claudio Costantino per l’omicidio di Giovanni Portogallo e Giuseppe Cannavò. Prima di ritirarsi in camera di consiglio i giudici (presidente Micali) decidono di fugare ogni alibi ed accolgono le richieste di approfondire alcuni accertamenti.

Nuove prove

Alla scorsa udienza da tutte le parti erano infatti arrivate le richieste di fare entrare nel processo nuovi messi di prova: nuovi consulenti, o l’esame di nuove prove scientifiche. La Corte ha quindi disposto una nuova perizia balistica e una ulteriore perizia medico legale ed ha rinviato alla prossima udienza per nominare i consulenti che se ne occuperanno. I pubblici ministeri Giulia Falchi, Marco Accolla e Roberto Conte avevano infatti chiesto l’acquisizione dell’esame stub effettuato sulle mani di Portogallo, alla ricerca di tracce di polvere da sparo, il rinnovo della perizia su alcuni frammenti di cemento per la ricerca di tracce biologiche e l’esame sugli indumenti di entrambe le vittime, ancora una volta per ricercare tracce di polvere da sparo.

Gli avvocati Carlo Taormina e Filippo Pagano, difensori di Costantino, hanno ottenuto di interrogare Bartolo Mussillo, ovvero il “favoreggiatore” che ha trasportato Cannavò in ospedale, subito dopo la sparatoria, e la compagna di Costantino. I giudici hanno anche incaricato la polizia giudiziaria di effettuare degli accertamenti sul luogo del delitto: prendere le distanze sul posto, in sostanza. Accolta anche la richiesta di acquisire agli atti la condanna di Peppe Molonia per il ferimento di Costantino del 2021.

Si torna in aula il 10 gennaio quindi, per questa ulteriore pagina processuale che mira a chiarire alcuni punti, prima di chiudere il dibattimento ed arrivare a sentenza. Costantino, reo confesso, ha sempre dichiarato di aver agito per legittima difesa, perché i due erano piombati a casa sua per freddarlo. Una tesi che non convince la Procura, che non concede attenuanti al killer, sulla scorta dei rilievi dei Carabinieri.