Manco a dirlo, tra un sì, un ni, un si vedrà, anche stavolta il Ponte si farà al prossimo giro. Il ritorno di fiamma è durato pochi giorni, giusto il tempo di una serie di dichiarazioni, finte scaramucce, annunci e ripensamenti. Al momento dei fatti, e cioè alla presentazione dell’Italia veloce, il piano di 130 opere strategiche per il Paese, il Ponte non c’è. Durante la conferenza stampa del governo sul decreto semplificazioni e sulle opere prioritarie secondo la Ministra ai trasporti De Micheli il Ponte sullo Stretto non c’è.
Per la verità il premier Conte era passato dalle dichiarazioni del 3 giugno “valuterò senza pregiudizi” a quelle del 13 giugno “prima ci sono altre opere per la Sicilia” (senza dire quali). Lo aveva anche definito “immaginifico”, salvo poi, evidentemente cambiare idea. Frattanto non sono mancate le dichiarazioni pro e contro e quelle dei “benaltristi” (c’è ben altro da fare che il Ponte). Aperture si erano avute dai ministri Franceschini e De Michele mentre si era persino sbilanciato a favore Renzi che invece da presidente del consiglio non si era mai interessato all’opera.
Ieri, alle domande dei giornalisti sul Ponte il premier Conte ha risposto che non ci sono novità e comunque: “il governo si preoccupa delle infrastrutture a terra e se ci saranno problemi li affronteremo a tempo debito”, come se il Ponte sullo Stretto fosse un’infrastruttura aerea e non poggiasse invece sulla terraferma. Un rinvio della questione insomma.
“Dopo le aperture di Franceschini e della stessa ministra De Micheli- commenta la parlamentare messinese Matilde Siracusano– dopo il ‘valuteremo’ del presidente del Consiglio, dopo l’esortazione arrivata da tanti esponenti di Italia Viva, il governo ha prima bocciato tutti gli emendamenti sul tema presentati da Forza Italia al decreto rilancio (compresa la richiesta di avviare un’analisi costi/benefici) ed oggi declassa la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Un peccato mortale. Non c’è alcuna opera, nel nostro Paese, in grado di mobilitare il quantitativo di risorse, di occupazione e di attenzione che potrebbe sollecitare il Ponte, per il quale tra l’altro esiste già un progetto definitivo validato a tutti i livelli. Un’ennesima occasione persa per un esecutivo senza coraggio e senza prospettive.”.
Per la verità la notizia non sorprende più di tanto perché ormai da mezzo secolo siamo abituati ad un finto dibattito che si accende nei toni solo in campagna elettorale e che pertanto tornerà ad infiammare gli animi del mondo politico dall’autunno in poi…. Nel frattempo, ovviamente, fiumi di risorse continueranno ad andare al Nord, verso le infrastrutture ed i trasporti al nord. A noi restano le chiacchiere. Fino alla prossima puntata.