MESSINA – Nella corsa per la segreteria provinciale del Partito democratico, ad Armando Hyerace si contrappone Alessandro Russo. E uno dei due avrà il compito di far rinascere il partito, un partito che non c’è, a Messina e nella città metropolitana. Da parte sua, anche Cateno De Luca, leader di Sicilia Vera, e che nutre l’ambizione di ritentare la carta della presidenza della Regione siciliana, s’infila nella contesa Dem. “Voi di Messina non mi volete ma a Roma e Palermo i dirigenti non la pensano così in merito alle future alleanze”: semplificando, sembra questo il pensiero dell’ex sindaco di Messina.
Ma intanto a chi toccherà salvare il Pd messinese? O all’avvocato sostenuto dall’area Saitta e ora dalla sinistra di Domenico Siracusano. O al consigliere comunale in odore ogni tanto di “eresia”. C’è chi gli rimprovera ancora l’antico “tradimento” a favore di Accorinti e i non buoni rapporti con una parte del partito. Chi vincerà? La risposta è nell’atteso congresso.
La mozione congressuale di Russo s’intitola “Ricostruiamo il Pd” e scrive così sul sindaco di Taormina: “Il Partito democratico della provincia di Messina è sicuramente alternativo alle destre, che costituiscono il principale e strutturale avversario politico nel panorama regionale e nazionale, oltre che locale. Se è vero che la situazione messinese presenta la peculiarità della presenza delle forze del populismo legate a Cateno De Luca, le destre costituiscono un blocco sociale, di potere e di controllo del consenso che il Partito democratico deve impegnarsi a contrastare politicamente senza alcuna possibilità alternativa. Occorre essere chiari, su questo aspetto: il partito messinese è sicuramente alternativo al movimento di De Luca e alle sue amministrazioni, rispetto alle quali, non da oggi, i gruppi politici territoriali del partito nelle rispettive sedi istituzionali si sono caratterizzati per una intransigente opposizione”.
E ancora: “Continuiamo a ribadire la profonda diversità di approccio amministrativo e di elaborazione
politica che ci rende differenti e distanti dalle modalità politico-amministrative delle liste che fanno
riferimento a De Luca. Quel che deve essere altrettanto chiaro, stante la rilevanza del tema in prospettiva, è che ogni scelta futura sul sistema delle alleanze del partito, a livello provinciale e a livello regionale,
deve essere discussa da tutti gli iscritti e i militanti del partito nelle sedi opportune, senza continuare
con la solita logica di potere degli accordi stretti in alto e nelle segrete stanze senza che i territori vengano ascoltati e consultati”.
“Essere comunità. Aperto, plurale, utile: il Pd dei diritti” è il titolo della mozione di Armando Hyerace, che scrive: “Le fragilità del nostro territorio, le mancanze di prevenzione, programmazione e investimenti soprattutto negli ultimi sei anni, da parte delle Giunte regionali di centrodestra e, nella città di Messina,
dall’amministrazione De Luca-Basile, sono tra le principali cause che negli ultimi tempi portano agli effetti che stiamo vedendo non solo nel capoluogo. Ma in diverse parti della nostra provincia. Le preoccupazioni di una generazione, legate ai cambiamenti climatici, devono diventare le nostre preoccupazioni, soprattutto nella nostra provincia e regione. (…) Il Pd è l’unica vera alternativa alla destra e ai populismi, l’unico punto di riferimento per milioni di cittadine e cittadini (tra cui le decine di migliaia della provincia di Messina) che si aspettano da noi un cambiamento radicale delle troppe contraddizioni del nostro Paese”.
E non è mancata la presa di posizione della guida politica di Sud chiama Nord, come abbiamo anticipato: “Ho notato che tra le priorità del Pd messinese c’è sempre Cateno De Luca. Alessandro Russo e Armando Hyerace, i candidati alla segreteria provinciale, sembrano aver fatto un gran parlare di me nelle loro mozioni. Mi chiedo: perché tirarmi in ballo? Sembra che non abbiano altri argomenti. Forse pensano che la loro posizione su Cateno De Luca sia decisiva per il loro successo. Al contrario, sappiano Russo e Hyerace che invece il mio ruolo futuro o le future alleanze che dovrebbero coinvolgere Sud chiama Nord certamente non dipenderanno da loro. E menomale!”.
Insiste De Luca: “Il Pd messinese appare totalmente distaccato dalle dinamiche del territorio. Lo dimostrano i risultati delle ultime elezioni europee, dove il Partito democratico ha raccolto solo 9.000 preferenze, ovvero il 13% inferiore alla media regionale siciliana. Perché continuare questa caccia all’uomo De Luca? Quale torto avrei nei confronti del Pd messinese? Menomale che a Palermo e a Roma il Pd la pensa diversamente. Almeno per ora!”.