MESSINA – Forse è l’unica azienda italiana, o comunque una delle pochissime, che nel 2019 non consente di canalizzare le bollette e obbliga i cittadini a pagarle di volta in volta tramite altri servizi. Un “medioevo” destinato a finire. L’Amam si adegua ai tempi, dalla prossima settimana avrà un nuovo sito web e offrirà una serie di servizi on line che faciliteranno il compito dei cittadini.
Due le novità immediate: la prima è che ogni detentore di casa (proprietario o inquilino) deve fare voltura o nuovo allaccio ed avere il proprio contratto. Così l’Amam si rivarrà solo sul reale utilizzatore dell’acqua, cioè i proprietari non dovranno più risponderne se l’inquilino non paga, mentre si potranno volturare anche le utenze morose, dichiarando l’estraneità con l’utente precedente. La seconda è che chi ha un contatore condominiale potrà averne uno singolo ma dovrà provvedere a sue spese a fornire un punto di allaccio in zona accessibile (quindi non dentro casa). Inoltre il condominio dovrà prima ripartire il debito per ognuno dei condòmini, si dovrà pagare il 20 % immediatamente e poi il nuovo utente si obbligherà al pagamento della parte restante rateizzata.
Altre novità a dicembre: gli sportelli saranno aperti per 36 ore settimanali (rispetto alle attuali 22), con nuova apertura il sabato e un altro pomeriggio, ci sarà una nuova app per l’autolettura, e due numeri verdi unici per segnalazioni guasti e per assistenza commerciale.
La vera rivoluzione, in realtà, partirà dal 1° gennaio. Gli utenti potranno registrarsi sul sito e gestire le proprie utenze, facendo anche volture e cessazioni, e potranno anche richiedere assistenza e ottenere risposte veloci. La fattura avrà dati trasparenti e facilmente leggibili, secondo le linee guida Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente): da un minimo di due l’anno (per meno di 100 metri cubi di consumo annuale) a un massimo di sei l’anno (per consumi superiori a 3.000 metri cubi), senza più note di credito che annullano fatture ma solo eventuali conguagli.
La parte tecnica è affidata al consigliere Roberto Cicala: “Stiamo testando la nuova app e facendo le convenzioni con le banche, le Poste e gli altri servizi di pagamento elettronico. La possibilità di avere molti servizi on line diminuirà anche le code agli sportelli, che comunque aumenteranno le proprie ore di apertura fino a 44 nel 2021. E poi si dovranno definire le procedure e le tempistiche per la costituzione in mora e la sospensione o limitazione della fornitura per chi non paga, visto che la prescrizione scenderà da 5 a 2 anni”.
Focus anche su altri argomenti. Il presidente Salvo Puccio sottolinea lo sforzo ambientale, soprattutto sui torrenti, prima San Licandro e ora Giostra. Il vicesindaco Salvatore Mondello la necessità di integrare lo smaltimento delle acque bianche con quelle delle acque nere. La consigliera Loredana Bonasera si sta occupando del progetto delle “Case dell’Acqua” e della riattivazione delle fontane, su tutte alla Stazione e a Villa Dante.
Sulla parte politica, invece, lo “show” è come al solito tutto del sindaco Cateno De Luca. “Nella variazione di bilancio inviata al Consiglio comunale – dice – abbiamo previsto un aumento di capitale di 2 milioni, per adeguarlo agli obiettivi. Abbiamo avviato le stabilizzazioni e potenziato un organico che era ridotto al minimo. Nel piano di riequilibrio, il Comune chiedeva oltre 20 milioni ad Amam per pagare i propri debiti, una cosa balorda, illecita e sgangherata. Abbiamo rinunciato a questi utili farlocchi, l’Amam non è un’azienda svizzera e, anche se lo fosse, la legge dice che in caso di forti utili si debba abbassare la tariffa. Dobbiamo recuperare, invece, gli utili veri. Continueremo a distaccare l’acqua alle attività commerciali che non pagano: l’85 % di loro può e deve pagare. E poi l’Amam ha anche debiti, quindi prima deve pagare quelli, ad esempio paga 120mila euro al mese in più di costi di energia elettrica”.
Il sindaco usa poi parole forti nei confronti della società che ha gestito negli ultimi anni la fatturazione. “Un appalto schifoso, illecito e immorale. Amam ha regalato i suoi dati per essere in cambio ricattata e taglieggiata. Oltre a un fisso di 160mila euro l’anno si pagava anche a fatturazione, con proroga di incarichi, perché nessuno ha mai preso a calci in culo chi ci ha in messo in difficoltà. Spero che mi ascoltino e mi querelino”.
(Marco Ipsale)