Si alleggerisce il quadro accusatorio per le persone coinvolte nell’operazione Via Facile. Il Tribunale del Riesame ha infatti attenuato le esigenze cautelari, revocando gli arresti domiciliari per l’architetto Roberta Curcio e i costruttori Aurelio Arcoraci e Giuseppe Bonaccorso. I tre hanno soltanto l’obbligo di dimora nel comune di residenza. A vuoto i passaggio davanti al collegio della Libertà, invece, per il protagonista principale dell’inchiesta, l’esponente centrista Francesco Curcio, che resta ai domiciliari. Il Tribunale, chiamato a riesaminare il provvedimento scattato il 3 dicembre scorso, ha considerato necessario l’arresto per il cinquantanovenne ex consigliere comunale, accusato di aver gestito pro domo sua l’attività all’interno della commissione di valutazione di impatto ambientale del comune di Messina. Avrebbe infatti imposto ad alcuni costruttori, interessati ad ottenere la VIA, la consulenza professionale della figlia, in cambio dello sblocco dell’iter per la concessione della certificazione di sostenibilità ambientale. Hanno difeso gli avvocati Isabella Barone, Nino Favazzo, Marcello Scurria e Fabrizio Alessi (Al.Ser)