Petizione “anti-Tomasello” su www.firmiamo.it

Gira sul web la petizione “anti- Tomasello”. L’iniziativa, che è stata avviata su www.firmiamo.it sabato pomeriggio, porta la firma della ricercatrice Elena Santagati ed in poche ore ha già raccolto l’adesione di un centinaio di professori e ricercatori dell’Università di Messina, che hanno voluto ufficialmente prendere le distanze dalla lettera firmata ed inviata dal rettore Francesco Tomasello esattamente 24 ore dopo la sentenza di condanna in primo grado a tre anni e 6 mesi per il Concorso truccato a Veterinaria (vedi correlato).

Una parte di quella comunità accademica a cui il Magnifico si è rivolto nella sua missiva intende dissociarsi pubblicamente dalle parole e dalle considerazioni di Tomasello e nella piattaforma appositamente dedicata alla raccolta di firme ha pubblicato il seguente testo:

«Nella lettera del 21 febbraio 2013, inviata ai membri del corpo accademico, che fa seguito alla sua condanna in primo grado, il Rettore dell’Università di Messina si dichiara “consapevole della vicinanza” della comunità accademica alla sua figura e al suo sentire. Quali componenti della stessa comunità non ci riconosciamo nei toni e nei contenuti di questa missiva.

Non crediamo, infatti, che sia vero che l’esperienza giudiziaria che lo vede protagonista renda “evidente che il mondo accademico e le leggi dello Stato che ne regolano il funzionamento, risultano incomprensibili, anche per l’opinione pubblica”. Inoltre, non si comprende perché la comunità accademica, come invece il Rettore suggerisce, si debba interrogare sulle "improprie conflittualità che, ancorché limitate, continuano a persistere al suo interno, portando ad un inevitabile autolesionismo”. Al contrario, noi pensiamo che le numerose istanze critiche emerse nel nostro Ateneo negli ultimi anni siano state costruttive e mai autolesionistiche e in grado di riconoscere in modo auto-critico i vari problemi cui oggi siamo consegnati.

Riteniamo che in questa fase assai delicata della vita dell’Università italiana ed in particolare del nostro Ateneo sia indispensabile che la prima voce istituzionale di una comunità accademica, peraltro pro tempore, si astenga dal riassumerne le diverse anime».

Tra i firmatari, c’è anche l’ ex assessore comunale alle Politiche della Famiglia, Dario Caroniti, docente di Storia delle Dottrine Politiche, che ha postato il testo della petizione anche sul suo profilo Facebook. Ci sono poi le firme dei ricercatori Alice Baradello, Dino Costa, Mauro Federico, in prima linea in occasione di tante battaglie. Alcuni esponenti della comunità accademica non si sono limitati a firmare, ma hanno voluto esprimere la loro opinione sulla vicenda nello spazio commenti. Ve ne proponiamo alcuni di seguito:

Grazia Calogero: Spero che tutta la comunità accademica si risvegli e dica:Tomasello dimettiti

Elvira La Rocca: Con la speranza che possa finalmente arrivare giustizia e libertà !!!

Giovanni Galli: Si è vero la sentenza è solo in primo grado e seguirà l'iter processuale italiano. Però chi ha vissuto l'Università di questi ultimi anni, anche a volere essere garantista al di la di ogni ragionevolezza, non può non avere notato l'atmosfera prevaricatrice che lo ha caratterizzato e di cui non mancano numerosi esempi. Aderisco alla lettera di risposta, ma vorei anche consigliare al rettore di dimettersi; credo che faremmo tutti un pò meno cattiva figura

Marco D'Arrigo: Io mi vergogno della tua figura da anni, tanto che mi sono laureato e non ho voluto nemmeno la pergamena. Nessuna vicinanza per chi ha rovinato la mia Università!

Giovanni Tuccari: Franco Tomasello riconferma il Suo particolarissimo modo di intendere l'Università.. e così da un lato è necessario minacciosamente "individuare ed isolare i facinorosi" e dall'altro prospettare una visione dell'Università in cui "certe cose" si fanno, si sono sempre fatte, senza che ciò costituisse reato. Non c'è che dire: un senso altissimo dell'Istituzione!! Non oso nemmeno immaginare ciò che potrebbe accadere trasferendo questa impostazione nefasta anche alla istituenda Fondazione, da dove potrebbe guerreggiare contro la nostra Università con l'ausilio dei suoi ben noti scherani…

Luigi Giuseppe Angiò "… so che ciascuno di voi ha toccato con mano, in una infinità di occasioni, …. la limpidezza della mia azione di governo e il mio rigoroso rispetto della regolarità degli atti sia amministrativi che ……., in ciò sempre confortato da autorevoli consulenze giuridiche …" Ma … il Rettore parla di se stesso e del suo modo di operare ??!! Sulla base della mia personale esperienza (atti documentali in mano) mi pare proprio di no.

Claudio Marchese: Il sonno della ragione genera mostri Goya.png

Salvatore Distefano: Mi fa piacere che a Messina cominci un po' a diffondersi il senso critico. Per gli antesignani chi hanno combattuto i poteri forti quando ancora non c'era ancora nessun tipo di movimento e le proteste dei singoli venivano soffocate dal silenzio non puo' che essere motivo di soddisfazione.

Stefano Trifiletti: Da laureato di questa antica istituzione, nutro profondo sdegno e amarezza. Il rettore deve dimettersi immediatamente!!!!!!!

Antonella Arena: Bisogna opporsi con tutti i mezzi a nostra disposizione, alla determinazione del Rettore di continuare ad occupare la poltrona che gli consente non solo di proseguire nelle sue politiche, ma di farlo in rappresentanza di tutti noi. Bisogna scongiurare il pericolo che costui nomini il CdA che gestirà l'Ateneo nei prossimi anni ed impedire che prenda vita il suo progetto di Fondazione.

Alfonsa Pizzo: Il mio pensiero l'ho espresso chiaramente nella lettera di risposta al commento di Antonella Arena che vi prego di andare a leggere. Piuttosto non vedo espresso il pensiero dei candidati alla successione del Prof. Tomasello…tranne le chiare parole di stima del Prof. Navarra…Ma non aveva detto che la sua era una candidatura nuova?

Francesca Rizzo: Tirarsi indietro è l'unico modo, a volte, per andare avanti con dignità personale e responsabilità istituzionale.

Beniamino Ginatempo Il rettorato Tomasello ha sempre sbandierato la meritocrazia come l'ispirazione di tutti i suoi atti. Un giudice terzo ha accertato che in un concorso universitario si è cercato di derogare dal merito per favorire un parente. Quindi delle due l'una: o il rettore è colpevole, o il rettore è innocente ma non ha fatto nulla perché in quel concorso fosse prevalso il merito. In entrambi casi le sue dimissioni sono doverose, per non aver agito come predicato.

Cesare Magazzù: Le sentenze e le Istituzioni vanno rispettate. Dimettersi non è un disonore, ma la serena attesa degli altri gradi di giudizio!

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