Non è bastato l'arrivo del segretario regionale del Pd Fausto Raciti per rasserenare le acque nel partito e dare certezze sull'assegnazione del simbolo, sia a Milazzo che a Barcellona. Un simbolo conteso dalle varie aree, a conferma di quanto il partito sia lacerato. Più che probabile quindi che, al di là dei candidati "ufficiali" targati Pd, il simbolo non venga assegnato, sia pure per motivi diversi, a Milazzo e Barcellona. A Milazzo il candidato del Pd è Giovanni Formica, ma Pino, qualora il simbolo dovesse essere assegnato alla lista, ventila il ritorno in tribunale. A Barcellona il candidato Pd non è appoggiato dai circoli, che sostengono invece un non tesserato. Insomma, una matassa difficile da sbrogliare. Quanto poi al caos Messina, dove il partito non esiste da due anni ed è "ostaggio" del passato, il segretario regionale continua a non voler prendere decisioni, nonostante da più parti, renziani in testa, si chieda il commissariamento.
Ma andiamo per ordine e iniziamo da Milazzo,dove a unire le forze sono Formica e Presti.
“Uno sforzo di generosità, che merita un riconoscimento politico”. Con queste parole il segretario regionale del PD Fausto Raciti ha confermato il ritiro di Salvo Presti dalla corsa alla carica di sindaco di Milazzo. Presti appoggerà dunque Giovanni Formica, in cambio di un futuro “riconoscimento politico” in giunta. Alla lista Formica dovrebbe andare anche il simbolo del Partito Democratico; ma per questo bisognerà attendere le prossime mosse di Carmelo Pino, che potrebbe scegliere di tornare in tribunale.
Sono giornate intense per il segretario Raciti: “Le vicende che hanno spaccato il PD in provincia di Messina sono antipatiche, e il partito stesso è vittima di questa confusione. Nello specifico, la situazione di Milazzo era già stata indirizzata da una precisa scelta dei circoli cittadini; quello di oggi è uno step ulteriore, con il quale spero sia finalmente risolta l'annosa questione del candidato ufficiale del PD”. Non cambia dunque la posizione del segretario, che ribadisce la bontà della votazione effettuata lo scorso novembre dai due circoli mamertini dei democratici, con la quale Carmelo Pino era stato estromesso dalla partecipazione alle primarie. Votazione sempre contestata dal primo cittadino uscente, tanto nelle modalità quanto nei numeri. La vicenda era finita alla commissione regionale di garanzia del partito, sconfessata dallo stesso Raciti dopo aver deciso all'unanimità che Pino avrebbe avuto diritto a partecipare alle primarie; contro l'ulteriore diniego del segretario, è scattato il ricorso in tribunale. Che ha emesso una sentenza “inutile”, riammettendo Pino a una competizione che, nel frattempo, era stata annullata dagli stessi organizzatori.
Adesso l'obiettivo è "unire le forze",camminare in tandem per fronteggiare Pino: “Sono compiaciuto da questa riunificazione” – ha dichiarato Presti – “C'è stata molta ambiguità, ma il PD è l'ultimo partito serio esistente in Italia, e il fatto che sia caratterizzato da un tale dinamismo ne dimostra la vitalità. L'eterogeneità è uno dei valori che stanno alla base del nostro partito, e in passato questo ci ha permesso di contare sull'apporto di valide professionalità. La mia è una consegna sincera, nella speranza che il lavoro comune venga valorizzato”
E Giovanni Formica, che era stato accusato dallo stesso Presti di esser “corso in avanti” dopo l'annullamento delle primarie, ha spiegato le peculiarità di questa ricomposizione: “Io e Salvo siamo persone con idee vicine che, per breve tempo, si sono separate. Tuttavia, non potevo immaginare un progetto di governo di questa città che non comprendesse la professionalità e il lavoro di Presti. Per questo motivo abbiamo deciso di venirci incontro, chiudendo un capitolo e aprendone uno nuovo. Quello di oggi è un momento centrale della campagna elettorale, un punto di svolta. E sono contento che questa svolta sia finalmente arrivata”.
Del caos che ha coinvolto il PD messinese – non solo a Milazzo, ma anche a Barcellona e Messina – hanno parlato anche il deputato Tommaso Currò e il direttore dell'Agenzia Nazionale Giovani Giacomo D'Arrigo. “Il mio passaggio al Partito Democratico” – ha spiegato l'ex M5s – “è stato doloroso, ma necessario. C'è una crisi di gestione provinciale a livello politico, ma oggi abbiamo lanciato i primi segnali in direzione di una risoluzione dei conflitti”. Segnali evidenziati anche da D'Arrigo: “L'unità è segno di maturità, e oggi è stata imboccata la strada migliore per il partito e per gli elettori che ci sostengono. Continueremo così”.
Il simbolo Pd continua ad essere conteso per queste amministrative, al punto che c'è seriamente la possibilità che nessuno dei candidati sindaci, a Milazzo e a Barcellona, possa ottenerlo. A Milazzo è Pino a ventilare il ritorno in tribunale nel caso in cui il simbolo venga assegnato a Formica. A Barcellona il candidato sindaco tesserato del Pd, Munafò, non ha il sostegno dei circoli,che è andato invece ad un non tesserato, Turrisi. Una situazione che potrebbe essere chiarita nelle prossime ore. Se per Milazzo e Barcellona si discute c'è invece calma piatta sul fronte Messina, vera e propria patata bollente che il segretario rgionale Raciti non intende affrontare. Alla domanda di Tempostretto sul possibile commissariamento del segretario provinciale Basilio Ridolfo Raciti glissa: “Il tema principale oggi è la campagna elettorale. Dobbiamo dedicarci anzitutto a raggiungere buoni risultati alle prossime votazioni. Certamente il percorso intrapreso nella provincia messinese si è arenato, ma decideremo eventuali iniziative solo dopo un dibattito interno che coinvolgerà il partito a Messina”.
Giovanni Passalacqua