Quando si libera una poltrona di solito si litiga per aggiudicarsela. A Palazzo Zanca invece capita esattamente il contrario. Soprattutto quando si tratta di una poltrona che scotta, come quella della presidenza della I commissione Bilancio. Le recenti dimissioni di Carlo Abbate hanno lasciato un vuoto che era urgente colmare soprattutto in vista delle nuove importanti scadenze che attendono la commissione. Oggi il ritorno in aula dopo il week end ha riaperto la questione e così un’elezione è diventata l’occasione per incastrare interi gruppi politici e “vendicarsi” delle assenze e della guerriglia scoppiata sugli ultimi atti finanziari, soprattutto sul bilancio di previsione 2015 che ha sancito chiare dinamiche d’aula.
La seduta di questa mattina ha messo in subbuglio il gruppo Pd: i colleghi commissari hanno infatti votato come presidente il consigliere Pd Claudio Cardile, uno “scherzetto” diretto al partito che finora si è sempre opposto ai bilanci. Dopo l’elezione la seduta è stata sospesa per dare la possibilità a Cardile di confrontarsi con il suo gruppo e di interloquire con il commissario Carbone che si è fermamente opposto a questa scelte per il timore che le altre forze politiche strumentalizzeranno questa elezione per ribadire la vicinanza dell’assessore Eller al Pd.
In aula Cardile ha parlato chiaro ai colleghi: “Mi avete messo in difficoltà visto che conoscete la nostra posizione sui bilanci. Sono doppiamente in croce perché scadenze importanti”. Il consigliere ha chiesto qualche altro giorno di tempo per decidere, ma è stato il Dr Nino Interdonato a presentare una mozione accolta dai colleghi sull’urgenza di chiudere oggi la questione elezioni.
E così Cardile è stato praticamente incastrato. Eletto a sua insaputa. Un atto di generosità nei confronti del Pd poco gradito anche dalla capogruppo Antonella Russo.
“Non mi sarei aspettato dalla commissione questo gioco di forza, la prima scorrettezza è che la scelta sia stata calata dall'alto” ha dichiarato il neo presidente della I commissione Bilancio che però ha deciso di prendere una settimana per decidere se dimettersi e rimanere.
Subito dopo sono stati eletti anche i vicepresidenti: Ivana Risitano è stata scelta come vice presidente vicario, terzo componente della presidenza Libero Gioveni. Una scelta che incastra anche l’Udc che ormai da mesi esce sempre dall’aula e non vota gli atti finanziari. “Non ringrazio i colleghi, dal momento che non mi votarono vice presidente del consiglio tre anni fa. Non volevo fare né presidente né vice presidente delle commissioni” ha dichiarato Gioveni.
Clima tesissimo ma con scaramucce quasi da banchi di scuola. “Qui si sta giocando” ha ammonito ad un certo punto Cardile che ha deciso di chiudere d’imperio la commissione. E’ iniziata così la settimana di Palazzo Zanca. La commissione Bilancio dovrebbe lavorare e chiudere al più presto la discussione sul Piano Aro. Intanto però si litiga.
DLT-F.St.