musica

Emanuil Ivanov, un altro giovane eccellente giovane pianista di scena al Palacultura.

Dopo Giuseppe Albanese, ecco un altro eccellente virtuoso del pianoforte di scena al Palacultura, per la stagione musicale dell’Accademia Filarmonica. Si è trattato questa volta del giovane pianista bulgaro, Emanuil Ivanov, appena ventitreenne, vincitore, nel 2019, del Concorso Pianistico Internazionale “F. Busoni” di Bolzano.

Dopo un inizio dedicato alla musica di Jean Philippe Rameau, tre splendidi brani in tonalità minore scritti per clavicembalo, tratti dalle “Nouvelles Suites de pieces de clavecin” – “L’Enharmonique”, “L’Egyptienne” e “Les Sauvages” – dal sapore squisitamente barocco, eseguiti con ammirevole trasparenza cristallina, il giovane talento pianistico ha eseguito un brano di notevole impegno e difficoltà tecnica: le “Variazioni e fuga op. 24 su un tema di Georg Friederich Handel” in si bemolle maggiore, di Joahnnes Brahms. Il tema scelto da Brahms è un’aria contenuta nel terzo movimento della Suite n. 1 di Handel, ove ha sua volta è sviluppato in cinque variazioni. Brahms è stato un vero maestro dell’arte delle variazioni: fra le più note ricordo le Variazioni su un tema originale op. 21, n.1, quelle su un tema ungherese op. 21 n.2, quelle su un tema di Schumann op. 9, quelle, molto celebri, su un tema di Paganini op. 35, per parlare solo di quelle composte per pianoforte, mentre per orchestra abbiamo quelle su un tema di Haydn op. 56a a e soprattutto le splendide variazioni contenute nella Ciaccona, l’ultimo movimento della Sinfonia n. 4. Le Variazioni su un tema di Handel sono 25, un complesso monumentale ove il tema, sempre riconoscibile, è trattato ora in maniera ritmica, ora melodica, con grande rigore e fantasia ad un tempo. Le variazioni inoltre sono arricchite da una poderosa fuga che termina in fortissimo questo brano, che presenta a volte ardue difficoltà tecniche (padroneggiate con sicurezza da Ivanov), sebbene il virtuosismo è sempre finalizzato all’espressione musicale, mai fine a se stesso.

Tutta la seconda parte del concerto è stata dedicata a Franz Liszt, del quale Ivanov ha eseguito brani ben noti al pubblico, di trascendente difficoltà tecnica. I Tre Studi da Concerto S 144, “Il lamento”, “La leggerezza” e “Un sospiro”, sono brani nei quali i celebri temi sono arricchiti da passaggi virtuosistici di estrema difficoltà tecnica, affrontati dal giovane pianista con sicurezza e coraggio, occasione per sfoggiare tutta la sua eccellente abilità tecnica. Lo stesso dicasi per l’ultimo brano eseguito, sempre di Liszt: “Reminiscences de Norma”, S 394. Si tratta di una delle numerose composizioni con cui Liszt trascrisse per pianoforte opere, sinfonie, lied di musicisti a lui contemporanei o antecedenti. Tale meritoria attività, in un’epoca in cui la musica poteva essere ascoltata solo dal vivo, ha contribuito notevolmente alla diffusione della stessa. Oggi molte di queste trascrizioni, se pur sempre piacevoli, anche se talora appesantite da un eccesso di ornamentazioni virtuosistiche, possono sembrarci datate, ed in effetti molte di esse si ascoltano raramente nelle sale da concerto. Questo vale anche per questa sorta d fantasia su diverse arie e cori tratti dalla celebre opera di Bellini, che confluiscono unitariamente nel brano. Non mancano anche qui passaggi di inaudita difficoltà tecnica, risolti brillantemente dal pianista bulgaro, che, applauditissimo dal pubblico, ha eseguito come bis un’altra difficile trascrizione da temi di Johann Strauss (in particolare da “Il pipistrello”): “Soirèe de Vienne” di Alfred Grunfeld, concludendo brillantemente la sua performance.