Continua l’occupazione di Palazzo Zanca. Hanno dormito sui divanetti posti di fronte il Salone delle Bandiere le tre famiglie che da ieri chiedono aiuto per avere un alloggio. Si ripete la vicenda già vissuta dagli sfollati delle Case Zancle. Volti stanchi e bambini che giocano per i corridoi di marmo del Palazzo Municipale. Ieri, le famiglie Ferrara, D’Arrigo e De Tommaso hanno avuto l’opportunità di parlare con l’assessore ai servizi sociali, Nino Mantineo e di mostrare tutti i documenti che accertano la loro situazione di disagio – la signora De Tommaso ha una dichiarazione dell’Asp che attesta l’impossibilità di continuare ad alloggiare in un garage senza sanitari con una bambina di dieci mesi , ad esempio – ed ora aspettano che passino questi due giorni, per incontrare nuovamente l’assessore lunedì mattina alle 8,30 per avere delle risposte. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, dopo anni di inutile attesa – le domande per l’assegnazione di un alloggio popolare sono state consegnate nel lontano 2006 – è stata la notizia dell’archiviazione del bando per consegna delle case popolari. Questo ha fatto scattare la rabbia e la protesta delle famiglie esasperate, due sotto la minaccia di sfratto ed una alloggiata in un locale senza sanitari, tutte con condizioni economiche molto critiche da un lato e dall’altro con bambini molto piccoli a cui garantire condizioni di vita idonee e dignitose. Le signore, con i bambini più piccoli in braccio, questa mattina, raccontando l’incontro avuto ieri con Mantineo, ricordano con gratitudine anche l’intervento di Valentina Roberto, attivista di Cambiamo Messina dal Basso e candidata al consiglio della sesta circoscrizione alle precedenti elezioni, che prendendo particolarmente a cuore la loro situazione, ha fatto in modo che l’incontro con l’assessore fosse anticipato. Dalla discussione di ieri risulterebbe che l’archiviazione del bando è dovuta al riscontro di diverse richieste false tra le centinaia di inviate. “L’assessore ha detto – spiega la signora De Tommaso – che sono arrivate 900 domande, ne sono state esaminate 200 e su queste 95 erano false, per questo hanno deciso di archiviare l’intero bando. Ora, però, noi abbiamo realmente bisogno di un alloggio e siamo più per dimostrare a tutti, all’amministrazione, ai consiglieri e all’intera città, che la nostra necessità è reale. Ripetiamo che la nostra battaglia non è per noi, ma per i nostri figli”. Come dire: fare di tutta l’erba un fascio è un metodo che penalizza solo chi vive un disagio reale. “Noi non abbiamo mai dichiarato il falso”- sottolinea la signora D’Arrigo – “Abbiamo realmente bisogno di una sistemazione, per non finire in strada. Tutte quelle persone che hanno dichiarato cose false devono essere messe da parte per non calpestare i diritti di chi vive disagi quotidiani e reali”. Declinato l’invito di spostarsi altrove nel corso del fine settimana – “non abbiamo una casa, quindi tanto vale che restiamo qui” – le tre famiglie che rappresentano l’emblema di un disagio sociale vasto e purtroppo sempre più diffuso nella nostra città, restano accampate in quella che è la casa di tutti, per fare in modo che nessuno dimentichi che non sono i soldi a garantire i diritti, dal momento che questi appartengono a tutte le persone, indipendentemente dalla loro condizione e posizione sociale. Intanto, il sindaco Renato Accorinti ha annunciato questa mattina che la priorità assoluta per la prossima settimana sarà proprio il tema dell’emergenza abitativa: “Decideremo una linea da seguire come amministrazione comunale, poi la sottoporremo all’approvazione del Consiglio Comunale e in ultimo, dell’intera città, per mettere finalmente un po’ di ordine a un ambito in cui, in questo momento, regna il caos”.