La casa, un diritto di tutti. Un problema, anche, per tantissime persone. La crisi economica, visto che i segnali di ripresa annunciati ma di cui ancora non si registrano segnali sul territorio, abbatte il reddito delle famiglie che si ritrovano, spesso, a non avere più un tetto sotto cui dimorare. La carenza delle politiche sociali italiane, rispetto ad altri paesi Europei, aggrava di gran lunga la situazione di queste persone e famiglie. Non è migliore la situazione a Messina. Lo sa bene l’Unione Inquilini, i cui membri anche ieri sono intervenuti per impedire l’ennesimo sfratto per morosità incolpevole. Stavolta, la famiglia in difficoltà abita in un appartamento della Panoramica dello Stretto. Il nucleo familiare è composto dai genitori e due minori a carico. “Hanno rischiato di essere sfrattati” – dichiara l’Unione Inquilini – nonostante possedessero tutti i requisiti per la morosità e fossero in graduatoria per ricevere i contributi previsti dalla legge”. Dopo l’intervento della delegazione del sindacato e la trattativa che ne è seguita, la famiglia ha ottenuto la consueta proroga di un mese, così come successo alle persone in soccorso delle quali l’Unione Inquilini è intervenuta con un picchetto anti-sfratto in precedenze. Tra le ultime un’anziana signora alloggiata in un piccolo appartamento sul Viale Giostra.
A fronte dell’emergenza abitativa che dilaga in tutta Italia, sindacati e movimenti hanno chiesto a livello nazionale il blocco degli sfratti per morosità incolpevole, ossia per oggettive difficoltà economiche presentate dal nucleo familiare o singolo individuo interessato. Simile richiesta è stata formulata anche a Messina già dall’ottobre 2014. All’epoca l’Assessore alle Politiche Sociali, Antonino Mantineo, aveva sottoscritto la richiesta degli attivisti e lanciato un appello alla Prefettura. In seguito anche l’assessore all’urbanistica De Cola è stato coinvolto nel difficile compito di affrontare l’emergenza casa. Da qui si è arrivati alla rimodulazione di una nuova graduatoria per gli aventi diritto (inizialmente bloccata per numerose irregolarità riscontrate tra le richieste), al rastrellamento di fondi per creare nuovi alloggi popolari. Tutto questo sul fronte degli alloggi popolari, nota dolente nel panorama del welfare peloritano. Dopo lo sfratto scongiurato di questa mattina, l’Unione Inquilini esorta, però, il Comune non solo a fare di più, ma lo invita anche a non essere co-responsabile di simili tragedie:
“Tutto questo si sarebbe potuto evitare, se il Comune di Messina avesse inviato per tempo i nominativi degli aventi diritto alla Prefettura di Messina per la graduazione dell’utilizzo della forza pubblica in caso di sfratto,così come previsto dal decreto attuativo del comma 5 art. 6 della legge 124/13. Questo non è avvenuto! L'amministrazione non solo non ha ottemperato ad un obbligo previsto dalla legge,ma si è impantanata su tutte le procedure da adottare per garantire il passaggio da casa a casa ai morosi e non ha ancora diffuso notizie certe, circa lo stato d'avanzamento dei lavori per la pubblicazione della graduatoria”. Ma il Comune non è, ovviamente, l’unico obiettivo polemico del sindacato: “ Crediamo che le responsabilità ricadano anche sulla Regione Sicilia che sta emanando a tal riguardo delle linee guida che sono in alcune parti in contraddizione con il decreto succitato e per tali motivi vanno modificate”.
Rispetto a questo argomento, il Sindaco Renato Accorinti si è più volte pubblicamente impegnato a portare avanti personalmente una battaglia per maggiore efficienza e chiarezza. Anche all’incontro in occasione della riunione dell’Anci Sicilia. Nel caso specifico dello sfratto che doveva interessare un nucleo familiare con due minori a carico, l’Unione Inquilini, rappresentata in questo caso da Antonio Currò, precisa che: “E’ di fondamentale importanza che il Comune, a prescindere dai tempi burocratici previsti per l’erogazione dei fondi per i morosi incolpevoli, invii immediatamente alla Prefettura, l’elenco delle famiglie che posseggono i requisiti previsti dalla legge e bloccare, seppur temporaneamente, le procedure di sfratto. Un settore sociale rischia di essere travolto dalla crisi,per cui ci aspettiamo fatti concreti e non parole;ad oggi la situazione in città sta precipitando, gli sfratti con l'utilizzo della polizia sono all'ordine del giorno e non vediamo alcun segnale concreto da parte dell’Amministrazione Comunale e delle autorità competenti. Un’Amministrazione che si professa per gli “ultimi” non è più credibile dopo circa un anno di discussioni, trattative, tavoli tecnici e vane rassicurazioni. Nonostante le numerose riunioni non riusciamo a capire quali siano le politiche abitative che l’amministrazione comunale vuole portare avanti. Vedremo con il nuovo assessore se il registro cambia. Deve, comunque, essere chiaro che, laconditio sine qua non, affinché il passaggio da casa a casa avvenga, è la graduazione dell’utilizzo della forza pubblica in caso di sfratto, pertanto ribadiamo l’urgenza di inviare l’elenco dei morosi incolpevoli alla Prefettura e di aggiornarlo regolarmente, garantendo questa protezione sociale a chiunque possieda i requisiti.
L’intervento per evitare gli sfratti coatti ai danni di chi non può pagare l’affitto per evidenti problemi economici, non risolve, ovviamente, in generale, il problema dell’emergenza abitativa, un fenomeno dilagante in tutta Italia negli ultimi anni, e allo stesso tempo endemico nella nostra Regione e realtà territoriale. Tuttavia, il blocco degli sfratti in caso di morosità incolpevole, contribuisce a arginare ampiamente il problema. Il provvedimento ha il vantaggio, infatti, di congelare la situazione del soggetto interessato. Situazione che può essere risolta nel caso sopraggiunga una nuova fonte di reddito, evitando così il trauma dello sfratto e l’angoscia di finire per strada.
“Non mancano in Italia esempi di città virtuose che stanno conducendo in maniera corretta ed efficace le procedure per il passaggio da casa a casa dei morosi incolpevoli, ma a Messina questo appare un miraggio,una chimera – commenta il sindacato – Ricordiamo inoltre che, tale passaggio, non deve avvenire esclusivamente con l'ausilio dei fondi del ministero, ma questo può e deve essere realizzato con delle politiche abitative locali che diano un’alternativa alla strada, ad esempio: l’assegnazione di alloggi o di strutture da ripristinare mediante pratiche di recupero o di autorecupero – rivitalizzando cosi un patrimonio pubblico ad oggi inutilizzato perché inagibile o degradato" E' possibile, inoltre, stipulare convenzioni con proprietari immobiliari affittando a canone concordato,oppure requisire temporaneamente alloggi sfitti o abbandonati.
Eleonora Corace