L'acqua è un bene primario e, al pari di un tetto sulla testa e di un pasto nella pancia, è sicuramente il pilastro della vita quotidiana dei cittadini. E' normalità, quindi, avere liquido corrente nelle tubature di casa ma nel complesso Zancle di Tremonti è più una sporadica sorpresa. Da tempo ormai, infatti, i residenti si battono per chiedere spiegazioni riguardo il quadro critico che interessa il nucleo abitativo.
Da quasi due anni gli appartamenti del circondario non ricevono acqua a pieno regime ma sempre a singhiozzo: nel giugno del 2014 gli abitanti avevano manifestato pubblicamente a palazzo Zanca per ottenere informazioni, nel dicembre 2015 il consiglio della V circoscrizione aveva inviato un'interrogazione direttamente al sindaco Accorinti e nel febbraio scorso era stata nuovamente la rappresentanza di quartiere a battere sulle porte del comune.
Sembra che purtroppo nulla sia cambiato nella Case Zancle: il complesso di Tremonti continua a non poter godere dell'acqua corrente come ci si aspetterebbe, avendo un flusso costante solo in alcuni parti della giornata e per pochissime ore, tempo che non basta ai residenti (famiglie in cui si trovano anche componenti diversamente abili) per fare scorte. A presentare il problema è la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile, la quale, sotto varie segnalazioni ricevute, ha deciso di invocare l'intervento delle autorità competenti.
"Da un punto di vista igienico", si legge nella nota, "la situazione è aggravata dalle esalazioni maleodoranti che fuoriescono dalle tubazioni vuote, insieme ad insetti infestanti. Nonostante diversi interventi e sopralluoghi tecnici effettuati dal nostro Ufficio tecnico, anche richiesti dall'Amministratore del complesso, la situazione di allarme idrico non è stata risolta, anzi a dire dei residenti, nel tempo è andata progressivamente peggiorando". Visti tali presupposti, la Barrile ha richiesto un sopralluogo dettagliato dei tecnici Amam, al fine di stilare una relazione effettiva sui fatti ed installare un contatore per ogni appartamento.
Claudio Panebianco