I tecnici dell’Amam hanno confermato che è stata completata la riparazione della condotta idrica dell’acquedotto del Fiumefreddo nel tratto di Trappitello ove si era registrata la frana che ha determinato la sospensione del flusso idrico in città. Dalle ore 4 di questa mattina è iniziata l’immissione dell’acqua nella condotta, che alle 8 e 05 è giunta al primo serbatoio di Montesanto. Per tutta la giornata si opererà al riempimento dei serbatoi cittadini serviti dall’acquedotto del Fiumefreddo in modo da avviare tra il pomeriggio e la prima serata di oggi la distribuzione alle varie utenze. Difficoltà potranno risultare nell’approvvigionamento dei piani più alti degli edifici, fino al completo riempimento dei serbatoi comunali di distribuzione con la conseguente regolarizzazione della pressione distributiva. Domattina l’Amam ha comunque confermato il ritorno alla normalità nel servizio.
I disagi di questi giorni hanno fatto però alimentato il vortice delle polemiche, sia rispetto all’insufficienza dell’acquedotto di Fiumefreddo, sia rispetto alla totale paralisi in cui la città è piombata. Sembra una paradossale coincidenza, eppure, solo l’eccesso d’acqua (con riferimento all’allerto meteo) o all’opposto la sua assenza, è capace di immobilizzare Messina. Ed in questi giorni, vera e propria cattedrale nel deserto, è stata il Comune: uffici semi-vuoti e corridoi deserti se non fosse stato per gli operai intendi a sgomberare gli ultimi “residui” di Notte della Cultura. Situazione quasi identica anche oggi.
A proposito di emergenza, anzi di carenza idrica, un episodio su tutti può servire a capire le difficoltà che hanno interessato la città dello Stretto fin dentro i palazzi. Lunedì, primo giorno di emergenza, due autobotti (della capienza complessiva di 25 mila litri d’acqua) hanno rifornito i serbatoi sotterranei del palazzo. O meglio avrebbero dovuto farlo. L’acqua è stata immessa nei tubi riuscendo a risalire fino alle condutture che servono i servizi igienici, ma solo per poco. Ad eccezione di qualche fortunato che ha “beccato” il momento giusto, infatti, i rubinetti sono rimasti a secco per una ragione ben precisa. Il liquido, infatti, a causa della mancanza nelle tubatura delle così dette valvole di ritegno (che permetteno al flusso di andare in una sola direzione), ha fatto “dietrofront” andandosi a riversare in altri condutture fuorché in quelle del Comune. Con grande felicità di chi, all’improvviso, ha visto nuovamente sgorgare dalle fontane il prezioso liquido. L’inconveniente ha spinto i tecnici del Comune ad avviare un attento screening delle tubature sotterranee, veri e propri labirinti di cui però è difficile, se non impossibile, trovare l’uscita. Fortunatamente l’emergenza volge al termine. (ELENA DE PASQUALE)