Scende il numero degli immigrati ospitati al Palanebiolo. La Prefettura fa sapere che 130 ragazzi africani sbarcati a Messina mercoledì sera sono andati via intorno alle 14 di oggi pomeriggio con destinazione aeroporto di Catania Fontanarossa. Per loro è stato disposto il trasferimento in altri comuni della penisola, a conferma – si legge in un comunicato – che «la permanenza degli stessi presso questa città, infatti, come assicurato dal Ministero dell’Interno, avrà carattere temporaneo e transitorio in attesa di più idonee soluzioni alloggiative che saranno all’uopo individuate».
Sempre dal Palazzo del Governo arriva un chiarimento importante per quanti credono che sia l’amministrazione comunale a dare l’ok all’arrivo degli immigrati in città. «Come noto, al fine di fronteggiare l’eccezionale arrivo di profughi presso le coste siciliane avvenuto nei giorni scorsi – si legge nel comunicato – il Ministero dell’Interno – Dipartimento delle Libertà Civili e l’Immigrazione – giorno 9 aprile scorso ha chiesto a questa Prefettura la disponibilità ad accogliere n. 361 immigrati prelevati a largo dell’Isola di Malta da quattro gommoni da parte della Nave mercantile “Prosper”». L’input, dunque, arriva da Roma ed è il rappresentate del Governo sul territorio, cioè il Prefetto, a spalancare le porte della città per l’accoglienza dei migranti.
In assenza di strutture pubbliche o private idonee ad ospitare, in condizioni di sicurezza, i 360 africani mandati a Messina su una nave container, la Prefettura ha deciso di far spalancare nuovamente le porte del Palanebiolo – precedentemente chiuso per assenza di condizioni igienico- sanitare – dove «è stata assicurata immediata idonea assistenza sanitaria e umanitaria in sinergia con Croce Rossa Italiana, A.S.P., Ufficio di Sanità Marittima, Dipartimento Regionale Protezione Civile – in supporto all’attività svolta dalla C.R.I. – , Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco, Comune di Messina».
La soluzione individuata dal Prefetto continua però a non piacere al sindaco Renato Accorinti, che questa mattina, di ritorno dalla riunione dell’Anci a Roma, ha convocato di fretta e furia una conferenza stampa per spiegare la posizione di Palazzo Zanca. «Messina non è in grado di accogliere altri migranti, non a queste condizioni», ha detto a chiare lettere il primo cittadino, che non riesce a rassegnarsi all’idea di dover ospitare i fratelli africani in luogo che assomiglia «ad un campo di concentramento» e non è degno della parola accoglienza.
« Dalla sede della sede dell’Anci – ha raccontato ancora ai giornalisti – sia io che il sindaco di Catania, Bianco, abbiamo chiesto a Fassino di farsi portavoce di una richiesta di incontro congiunto con il presidente del Consiglio Renzi, il ministro dell’Interno Alfano ed il Ministro della difesa Pinotti».
Intanto, per contrastare nell'immediato l’emergenza, sono poche le carte che il Comune può giocarsi: «le alternative che abbiamo proposto come Comune – ha spiegato Accorinti – sono state tutte bocciate dal Prefetto Trotta, che ha detto no alle Dune, all’Hotel Europa ed anche alla Foresteria dell’Unime Sport, messa a disposizione dall’Ateneo peloritano». Secondo quanto riferito dall’assessore alla Protezione civile, Filippo Cucinotta, resterebbe uno spiraglio per la Casa della Studente: la prefettura si è detta disposta ad effettuare una verifica, considerando che si tratta di un struttura non a norma dal punto di vista sismico, ma solo dopo che saranno usciti gli occupanti del Collettivo Unime.
Questa sembra essere, al momento, l’unica soluzione concreta all’orizzonte. Da qui l’appello del sindaco: «Non mandate più migranti a Messina sino a quando non ci saranno strutture idonee ad accoglierli senza calpestare i diritti umani».
Danila La Torre