Dalla mezzanotte di questa sera la discarica di Mazzarrà chiuderà i cancelli al Comune di Messina. Non si potranno più scaricare i rifiuti, già il turno di raccolta di questa sera alle 21 farà riempire i mezzi che domattina non potranno compiere i due consueti viaggi per portare la spazzatura in discarica. Per Messina potrebbe essere la fine. Solo questa mattina Messinambiente era riuscita a ripulire completamente la litoranea nord e il centro e si era spostata nella zona sud. Se da domattina non si potrà davvero scaricare la città, che già non brilla per igiene e pulizia, potrebbe trasformarsi in un’unica grande distesa di rifiuti. In mattinata diversi sono stati gli incontri in Prefettura, anche in queste ore stanno andando avanti trattative serrate per scongiurare il peggio. Tirrenoambiente, società che gestisce la discarica, è pronta a revocare la chiusura se si arriverà all’accordo economico richiesto. L’Ato3 e il Comune stanno cercando il percorso da seguire per limitare al minimo i danni. Nel corso del pomeriggio potrebbe dunque ancora risolversi tutto, al momento però la chiusura è certa e non arriva neanche all’improvviso, visti gli ultimatum lanciati.
In questi giorni il Presidente di Tirrenoambiente Antonello Crisafulli era stato molto chiaro: “o Messina trova il modo per mantenere gli accordi presi o non potrà più portare i suoi rifiuti a Mazzarrà”. Così, scongiurata la chiusura a ridosso del ferragosto con un acconto di 750mila euro e l’impegno a votare entro una settimana la delibera che sblocca l’accesso al fondo di rotazione della Regione, la società aveva concesso una decina di giorni di tempo al Comune e all’Ato3. L’ultimatum però è scaduto, fino a ieri lo stesso Crisafulli aveva partecipato alla seduta del Consiglio Comunale per seguire l’evoluzione della vicenda. La delibera è stata ritirata e tornerà in aula il 2 settembre, ma, nell’immediato, non è questo il problema. Crisafulli ha spiegato che il Sindaco si era impegnato in Prefettura a trasferire alla società che gestisce la discarica la somma di 1.100.000 euro oltre l’acconto di 750mila del 14 agosto. Di quei soldi però non si è avuta notizia e questo ha fatto irrigidire i vertici di Tirrenoambiente che non possono più aspettare poiché il sito è ormai al collasso.
Francesca Stornante
Venerdì, 23 agosto, 2013 – 16:49