È stato Martoglio, anzi, Cento volte Martoglio, che la compagnia catanese “Le nuove maschere” ha messo in scena al Teatro Annibale Maria di Francia nelle serate di sabato e domenica scorsi, per il settimo appuntamento con il teatro popolare di qualità firmato Pietro Barbaro.
Il copione ha visto l’innesto dei lavori teatrali più significativi dell’artista catanese, come “L’aria del Continente”, “San Giovanni decollato”, “‘U contra”, “Civitoti in pretura”, ma anche piccoli capolavori come “Lapardera”, “A forficia”, “Matrimoniu scunchiusu”, “Curtigghiarisimu”, che l’arte di Salvo Saitta (e della sua affiatata compagnia) ha unito per festeggiare, alla grande, i suoi 50 anni di carriera: spalleggiato dal figlio Eduardo, ha interpretato ben sei personaggi coinvolgendo il pubblico, affezionato, ormai, alle proposte della rassegna Espressione Teatro 2012.
Nel “cuttigghio”, luogo vivo della popolarità catanese, si sono susseguite le vicende dei protagonisti che hanno reso omaggio a Martoglio con la messa in scena dei suoi più noti copioni teatrali e la recitazione, elegante e suggestiva, di alcuni dei sonetti più belli della “Centona”.
In questa alternanza tra azione recitativa dinamica, vivace, esilarante e “canto” poetico cadenzato e lento, un tributo particolare va alla scelta delle musiche e al gioco di luci a seguire perfettamente i movimenti dei personaggi sulla scena e la partitura teatrale realizzata ad arte.
Tra i monologhi del poliedrico Salvo Saitta, i dialoghi serrati con gli altri protagonisti (impossibile segnalarne uno in particolare perché tutti estremamente convincenti nel proprio ruolo e ottime spalle del mattatore), i cambi repentini di narrazione, non si avverte mai un vuoto, mai un momento di stasi: tutto procede fluidamente e il filo rosso che unisce tutto lo spettacolo non è altro che il tributo a Nino Martoglio, ricordato, anche, nella sua amicizia con Luigino (per noi, Luigi Pirandello).
Sorprendente e assai piacevole la parte finale dello spettacolo, desunta dal capolavoro “Civitoti in pretura”: Salvo Saitta nei panni di Cicca Stonchiti e il coro delle tre comari irrompono sulla scena mischiandosi con il pubblico e, mentre il (/la) protagonista arriva sul palco e consuma il dialogo con il bravissimo Eduardo Saitta (una faticosissima deposizione, ricca di difficili traslazioni dal dialetto al “burocratese”, piena di misunderstandings e di doppi sensi), un altro spettacolo si produce in sala: le tre comari, sedute in platea a fianco degli spettatori (increduli e assai divertiti), commentano ciò che accade e incitano l’amica nel suo ruolo di testimone dei fatti.
Decisamente convincente, dunque, il settimo spettacolo della rassegna Espressione Teatro 2012, garanzia, da tempo, del teatro popolare di qualità.
Il prossimo appuntamento riserverà una piacevole sorpresa agli abbonati, ma anche a tutti i messinesi che vorranno approfittare della preziosa occasione: il 3 e 4 marzo prossimi, reduci dai grandi successi di Catania, Napoli, Roma, Patrizia Pellegrino, Enrico Guarneri, Pietro Barbaro giungeranno in città con “La scuola delle mogli” di Molière, capolavoro della più compiuta maturità dell’autore francese, sicuramente da non perdere.